10 agosto 2012

Finalmente!



Il Presidente del Consiglio qualche giorno fa ha manifestato la propria soddisfazione perché, a suo dire, incominciava a vedere la luce alla fine del tunnel in cui l’incosciente insipienza della nostra classe politica, la prevaricazione dei sindacati ed infine la speculazione internazionale ci hanno cacciato.
Purtroppo si è trattato solo di un’allucinazione: un influente ministro dell’attuale governo, la lacrimosa Fornero, si è affrettata a smentirlo, prevedendo un periodo nero di fronte a noi: finalmente qualcuno fra gli emeriti tecnici chiamati a risolvere i gravi problemi del paese ha riconosciuto, molto onestamente, che le cose vanno di male in peggio. E’ vero che, grazie alla sapiente azione del Professore, lo spread è ancora ben lontano dalla quota 1.200 che il Premier aveva previsto se il precedente governo fosse rimasto in carica (come sono bravo!...) ma le cose vanno ugualmente male.
La Confcommercio in una sua recente nota ricorda quali sono i veri problemi dell’Italia, che del resto conosciamo tutti. Ne ricordiamo alcuni che a nostro parere sono i più seri: un livello di tassazione incompatibile con la sopravvivenza di qualsiasi attività produttiva che non intenda evadere o delocalizzare la propria attività; una burocrazia inetta, parassitaria, elefantiaca, in grado di paralizzare qualsiasi iniziativa e che infligge al paese insopportabili costi indiretti (quelli sopportati direttamente dai cittadini per adempiere le stravaganti e vessatorie procedure); una magistratura inetta, incapace di rispondere tempestivamente alle esigenze del paese; uno stato del tutto insolvente nei confronti dei propri creditori, fornitori o contribuenti, ma severissimo nel fare osservare “manu militari” le proprie pretese; la corruzione e lo spreco dilaganti ovunque; l’evasione combattuta solo con mezzi spettacolari ma del tutto inadeguati.
Finora il governo tecnico non è stato capace di fare altro che aumentare la pressione fiscale (come disse qualcuno, per aumentare le tasse non c’era bisogno di un famoso professore, sarebbe bastato un bidello…). Anche la ricerca di possibili risparmi (“spending review” fa più colto che “revisione della spesa”) sembra essersi risolta in quasi nulla di fatto, in quanto non sono stati affrontati i veri problemi: l’enorme spesa pubblica, l’inefficienza burocratica, lo smantellamento delle decine di migliaia di leggi, regolamenti, normative che costituiscono il pascolo prediletto della burocrazia, la riforma della magistratura – magari ricorrendo all’aborrito metodo della concertazione - la trasparenza nei conti pubblici, attraverso la liquidazione e l’emersione dei debiti dello stato (valutati circa 100 miliardi) nei confronti del paese.
Ultimamente si è sparso un ulteriore allarme, in quanto si teme che molte imprese siano costrette all’insolvenza: a nessuno fra i soloni che pretendono di governarci è venuto in mente che forse, se lo stato avesse pagato i propri fornitori, od avesse “convinto” le banche ad acquistare i crediti delle aziende verso lo stato, un qualche miglioramento della situazione generale si sarebbe prodotto?

Il Bertoldo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vuoi sapere l'ultima sulla "spending review"?
Qua vicino hanno deciso di chiudere il Tribunale. A parte la cretinata di farsi poi 100 Km per andare al Tribunale del Capoluogo anche solo per una multa...
Nel suddetto tribunale del Capoluogo non c'e' FISICAMENTE lo spazio per celebrare tutte le udienze, non gia' dei tribunali che chiuderanno, ma anche quelli dello stesso capoluogo. Figuriamoci gli incartamenti, il personale, ecc ecc...
Risultato? AFFITTERANNO da privati dei locali, pagando fior di milioni di euro, nel capoluogo, le cause saranno ancora piu' lunghe, molte andranno in prescrizione, spenderemo inutilmente di piu'...
E questi sono i professori?
Piero