Il
Presidente del Consiglio qualche giorno fa ha manifestato la propria
soddisfazione perché, a suo dire, incominciava a vedere la luce alla fine del
tunnel in cui l’incosciente insipienza della nostra classe politica, la
prevaricazione dei sindacati ed infine la speculazione internazionale ci hanno
cacciato.
Purtroppo
si è trattato solo di un’allucinazione: un influente ministro dell’attuale
governo, la lacrimosa Fornero, si è affrettata a smentirlo, prevedendo un
periodo nero di fronte a noi: finalmente qualcuno fra gli emeriti tecnici
chiamati a risolvere i gravi problemi del paese ha riconosciuto, molto
onestamente, che le cose vanno di male in peggio. E’ vero che, grazie alla
sapiente azione del Professore, lo spread è ancora ben lontano dalla quota
1.200 che il Premier aveva previsto se il precedente governo fosse rimasto in
carica (come sono bravo!...) ma le cose vanno ugualmente male.
La
Confcommercio in una sua recente nota ricorda quali sono i veri problemi
dell’Italia, che del resto conosciamo tutti. Ne ricordiamo alcuni che a nostro
parere sono i più seri: un livello di tassazione incompatibile con la
sopravvivenza di qualsiasi attività produttiva che non intenda evadere o
delocalizzare la propria attività; una burocrazia inetta, parassitaria,
elefantiaca, in grado di paralizzare qualsiasi iniziativa e che infligge al
paese insopportabili costi indiretti (quelli sopportati direttamente dai
cittadini per adempiere le stravaganti e vessatorie procedure); una
magistratura inetta, incapace di rispondere tempestivamente alle esigenze del
paese; uno stato del tutto insolvente nei confronti dei propri creditori,
fornitori o contribuenti, ma severissimo nel fare osservare “manu militari” le
proprie pretese; la corruzione e lo spreco dilaganti ovunque; l’evasione
combattuta solo con mezzi spettacolari ma del tutto inadeguati.
Finora
il governo tecnico non è stato capace di fare altro che aumentare la pressione
fiscale (come disse qualcuno, per aumentare le tasse non c’era bisogno di un
famoso professore, sarebbe bastato un bidello…). Anche la ricerca di possibili
risparmi (“spending review” fa più colto che “revisione della spesa”) sembra
essersi risolta in quasi nulla di fatto, in quanto non sono stati affrontati i
veri problemi: l’enorme spesa pubblica, l’inefficienza burocratica, lo
smantellamento delle decine di migliaia di leggi, regolamenti, normative che
costituiscono il pascolo prediletto della burocrazia, la riforma della
magistratura – magari ricorrendo all’aborrito metodo della concertazione - la
trasparenza nei conti pubblici, attraverso la liquidazione e l’emersione dei
debiti dello stato (valutati circa 100 miliardi) nei confronti del paese.
Ultimamente
si è sparso un ulteriore allarme, in quanto si teme che molte imprese siano
costrette all’insolvenza: a nessuno fra i soloni che pretendono di governarci è
venuto in mente che forse, se lo stato avesse pagato i propri fornitori, od
avesse “convinto” le banche ad acquistare i crediti delle aziende verso lo
stato, un qualche miglioramento della situazione generale si sarebbe prodotto?
Il Bertoldo
1 commento:
Vuoi sapere l'ultima sulla "spending review"?
Qua vicino hanno deciso di chiudere il Tribunale. A parte la cretinata di farsi poi 100 Km per andare al Tribunale del Capoluogo anche solo per una multa...
Nel suddetto tribunale del Capoluogo non c'e' FISICAMENTE lo spazio per celebrare tutte le udienze, non gia' dei tribunali che chiuderanno, ma anche quelli dello stesso capoluogo. Figuriamoci gli incartamenti, il personale, ecc ecc...
Risultato? AFFITTERANNO da privati dei locali, pagando fior di milioni di euro, nel capoluogo, le cause saranno ancora piu' lunghe, molte andranno in prescrizione, spenderemo inutilmente di piu'...
E questi sono i professori?
Piero
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