Fatevi raccontare com’è che Mario Monti è stato di fatto bocciato dallo
stesso dipartimento di economia dell’università di Yale, ove qualcuno vocifera
che abbia preso un master in economia, cosa neanche sicura perché egli non ce
lo fa sapere. Due cose sono invece sicure: primo, egli ha provato a conseguire il PhD a Yale e, secondo, non c’è
riuscito.
Tornerò sui master e sulla biografia di Mario Monti, ma per ora fatevi
raccontare. Orbene, dovete sapere che non appena fu elevato al rango di
presidente del consiglio e presentò il pacchetto fiscale che tutti – ahinoi –
conosciamo, la cosa fece talmente scalpore che risuonò oltreoceano, fino al
dipartimento di economia di Yale. Il cui professore di Macroeconomia (W.
Nordhaus) all’esame scritto finale di Economics
122 (che è un corso per matricole) tenutosi il 12 dicembre 2011,
inserisce tra le altre, la seguente domanda: «In Italia, il nuovo primo
ministro, Mario Monti (che è stato per qualche tempo studente qui a Yale), ha
imposto un nuovo pacchetto fiscale. [Segue, in breve, in cosa consiste il
pacchetto]. Spiegate com’è che, se si assume – semplicisticamente e
irrealisticamente – che il pacchetto non avrà alcun effetto sul Pil, allora
esso migliorerebbe il rapporto debito/pil di quel Paese».
Il rapporto debito/pil è una cosa facile da capire e lo potete
calcolare anche per voi stessi. Fate il rapporto tra tutti i vostri debiti
(rata dell’auto, del mutuo di casa, etc.) e quanto producete: se quel rapporto
è uguale a 1 (o del 100%) allora producete tanto quanto per onorare i debiti.
Insomma, più quel rapporto è maggiore del 100% tanto peggio siete messi. Sia
chiaro: è solo un indicatore come tanti, e da sé dice poco. Ad esempio, nel
2011 quel rapporto fu oltre il 200% per il Giappone e meno del 160% per la
Grecia, ma la cronaca economica tra i due Paesi è stata ben differente. Un po’
come la temperatura del vostro corpo, un indicatore e basta: se misurate 36
state probabilmente bene, ma non è detto; e se misurate 38 un problema c’è, ma
potrebbe essere irrilevante e passeggero.
Ad ogni buon conto, Mario Monti decise che quel rapporto doveva
abbassarlo e, avanzando l’ipotesi – che gli studenti di economia a Yale
imparano sin dal primo anno essere un’ipotesi «semplicistica e irrealistica» –
che il suo pacchetto fiscale non avesse alcun impatto sul Pil, ci ha
tartassati. Hanno ragione le matricole di Yale o il prof. della Bocconi? Vanno
bocciati gli studenti o il professor Monti? I fatti (fonte Eurostat): il
rapporto debito/Pil italiano era 119.9 nel terzo trimestre del 2011 e 127.3 nel
terzo trimestre 2012. Monti è bocciato da Yale.
Ma chi è Mario Monti? Nel sito del governo italiano ci sono i curricula
di tutti i ministri e ognuno si preoccupa di farci sapere chi è, cosa ha fatto
nella vita, quali traguardi ha raggiunto, quali riconoscimenti o apprezzamenti
ha avuto da altri. Un atto
dovuto, rispettoso del Paese che si sta governando. Non volevo credere ai miei
occhi quando ho letto il curriculum di Mario Monti nel sito del governo italiano.
Ecco qua: «Sono nato nel 1943 a Varese e nel 2011 sono stato nominato senatore
a vita». Punto. Vi prego, leggete e verificate voi stessi. Se pensate di
votarlo, sappiate che il mio portinaio ha più titoli di lui per fare il
presidente del consiglio: è nato a Varese, è nato dopo (cioè è più giovane), e
non soffre della sgradevole posizione di essere candidato in un parlamento ove
vi è stato nominato a vita.
Infine c’è l’abbaglio del master americano. Consentitemi di spiegarvi
cos’è un master americano. Dopo gli studi superiori, i giovani americani vanno
all’università – al college dicono loro – ove studiano per 4 anni, alla
fine dei quali conseguono quel che si chiama bachelor, ed è un titolo generico. Chi continua gli studi
per essere qualcosa di specifico (matematico, chimico, ingegnere, economista,
etc.) s’iscrive alla cosiddetta Graduate
school, che in media dura 5 anni. Nei primi anni due si frequentano
corsi e si sostengono esami tostissimi: si studia di giorno e di notte, senza
sosta. Gli ultimi 3 anni sono ancora più tosti: sono occupati in attività di
ricerca fino a produrre risultati originali e alla fine dei quali, e se
risultati originali sono stati ottenuti, si consegue il PhD, l’unico titolo che
dà il diritto di fregiarsi dell’appellativo di dottore. Tipicamente, un quarto di chi è entrato molla dopo
2 anni, o perché non regge lo stress o semplicemente perché non all’altezza: a
costoro l’università dà il titolo di master. Per farla breve, un master
americano altro non è che un PhD fallito. Solo un provinciale come Oscar
Giannino poteva vantarsi di cotanto titolo.
Ad esempio, il ministro Passera è un master americano, mentre il
ministro Grilli è un vero PhD. E Mario Monti? Lui non ci fa la cortesia di
dirci chi veramente è, e cosa abbia veramente fatto. Io so solo due cose. Una è
che se a Yale è stato solo un anno, allora ha mollato ancora prima di
accumulare i titoli per essere gratificato financo del master. La seconda è che
quando ho chiesto ad un fidato amico, direttore del dipartimento di economia di
una importante università americana, quale fosse stato il contributo di Mario
Monti all’economia, egli mi ha risposto: zero. Non sono un economista e non
sono in grado di valutare, ma deve essere vero: fosse stato diversamente, una
persona normale l’avrebbe scritto nel curriculum da far conoscere al popolo che
governa e che egli deve considerare, evidentemente, troppo indegno per essere
informato.
Franco Battaglia
3 commenti:
Mi sembra però che Franco Battaglia (si chiama così anche il muratore che mi ha rifatto il bagno: comunque un ottimo lavoro, tutto fatturato e a un prezzo ragionevole) non la racconti giusta.
Bisogna prima di tutto distinguere tra Master e Master Universitario, è importante anche il rincoscimento internazionale e poi che io sappia un Master Universitario si può frquentare e conseguire anche a prescindere da un PhD (o da un mancato PhD).
Se il Franco Battaglia è quello de "Il Giornale", diffidate, ne dice a montagne di ca22ate!
Per farla breve, un master americano altro non è che un PhD fallito.
Urca! Pensa a tutti quei coglioni che rincorrouno un MBA!
Certo che non ha dato contributi all'economia, ha solo fatto manovre finanziarie in 13 mesi di governo. Per apportare contributi economici bisogna fare un piano di crescita, e un piano di crescita si basa su riforme, e le riforme devono passare per l'approvazione nei Palazzi del Potere che abbiamo a Roma. Magari si è candidato per quello???
Ben svegliato, Signor Battaglia
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