01 febbraio 2013

Spigolature


Tutti abbiamo visto più volte in azione i cosiddetti maghi, che tanto incantano i bimbi. Il loro gioco più classico era una volta quello di mostrare un cappello a cilindro vuoto e, dopo un paio di misteriose frasi e fantasiosi gesti, estrarne un coniglio vivo, generalmente bianco. Col tempo lo spettacolo si è evoluto, ed ora compaiono nelle loro mani – mostrate vuote in precedenza – carte da gioco, foulard, monete e simili.
Però all’ultimo sviluppo di questo tipo di magia – che più correttamente deve essere definita “illusionismo” – abbiamo assistito in questi ultimi giorni, e dobbiamo confessare che siamo rimasti a bocca aperta. Il Professor Monti, che con la ben nota e disinteressata dedizione ha accettato di tirar fuori l’Italia dai guai, aveva annunciato, non più di un mese fa, che non c’erano soldi per diminuire il prelievi fiscale (IMU, accise, irpef, contributi, cuneo fiscale eccetera): le sue mani erano vuote. Poi, deciso a mettersi in politica a capo di una coalizione “centrista”, ecco che, hoplà, sono comparsi inopinatamente trenta miliardi per effettuare le necessarie ed attese riforme fiscali. Vera magia o semplice illusionismo? Comunque la sua acrobatica abilità merita certamente un applauso.

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Dopo più di trent’anni dal tragico incidente di Ustica la Corte di Cassazione in sede civile ha stabilito che l’abbattimento dell’aereo fu provocato da un missile, lanciato non si sa bene da chi, ed ha condannato lo stato a risarcire i parenti delle vittime per non aver garantito la necessaria sicurezza nei cieli.
Nulla abbiamo da commentare su una simile sentenza. Pensiamo tuttavia che, se essa verrà assunta a riferimento giurisprudenziale, potrebbe avere conseguenze inattese in moltissime circostanze. Per esempio, le vittime di scippi, rapine, stupri, furti nelle strade avranno diritto di pretendere indennizzi allo stato per non aver garantito la sicurezza delle strade, peraltro appartenenti allo stato o comunque ad enti pubblici?
E la storia potrebbe continuare con la mala sanità, la sicurezza sul mare, l’esercizio di certi sport (sci e simili), l’affidabilità di certe banche eccetera. Si tratta veramente di principi innovativi, forieri di grandi ed inimmaginabili sviluppi. Sempre che non occorrano ogni volta trent’anni per veder riconosciuto il proprio eventuale diritto.

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Da qualche tempo, o meglio da quando la politica di rigore imposta dall’Europa (sempre più Angela) ed attuata dal Tecnico prestato alla politica ha messo in seria difficoltà i bilanci di una moltitudine di famiglie, indebitate con le banche (mutui), con lo stato (IMU e tasse varie), con parenti ed amici, stanno dilagando dappertutto negozi con l’insegna “Compro Oro, Argento e Gioielli”. Evidentemente molti italiani cercano di far fronte ai propri impegni non solo intaccando gli eventuali risparmi di una vita, ma spesso vendendo quei pochi ninnoli ricordo rimasti da tempi più felici.
Lo Stato no, non può certo comportarsi come un mortale qualsiasi. Risulta che il totale del patrimonio dello stato italiano e degli altri innumerevoli enti pubblici ammonta a svariate centinaia di miliardi solo per quanto riguarda il patrimonio immobiliare e le partecipazioni in società certamente non strategiche per l’interesse nazionale, ma solo per la pletora di imbucati politici che su di esse campano, spesso molto agiatamente.
Per quanto riguarda poi il patrimonio immobiliare, si tratta in genere di proprietà inutili, costose nel mantenimento, per lo più dismesse o comunque il cui rendimento è del tutto insufficiente a compensare le spese di gestione ed il degrado.
Tuttavia in nessun programma politico è affrontato questo problema: non si parla neppure di cedere parte di questo ingente patrimonio per destinarne il ricavato alla riduzione del debito pubblico, con ciò diminuendo l’onere per gli interessi e quindi tentare di ridurre nella misura del possibile il prelievo fiscale che sta mettendo in ginocchio l’economia e quindi il benessere dei cittadini e presentandosi in modo più credibile sui mercati internazionali. Nella migliore delle ipotesi si parla di fantomatiche privatizzazioni, non ben specificate, che in altri tempi hanno riguardato i tassisti e simili pericolose categorie.
Non sia mai detto che lo stato possa comportarsi come la famosa “casalinga di Voghera” e che i suoi reggitori si abbassino fino a vendere ciò che palesemente non serve. Anzi, la spinta è al contrario ad acquistare altri beni (per fare un solo esempio, l’autostrada Milano Serravalle): è noto che sugli acquisti è abbastanza facile realizzare delle plusvalenze…
Il Bertoldo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per la verità la vendita del patrimonio statale al fine di ridurre il debito c'è al primo punto del programma di "Fare per fermare il declino".