Finalmente la
giostra della campagna elettorale ha terminato i suoi giri: ora entriamo nella
giostra post elettorale e l’andamento non è molto diverso, comunque
stucchevole, anche se gli attori protagonisti, pur fra molte papere, non ci
lesinano una buona dose di “suspense” (in italiano, per il pubblico incolto,
“attesa ansiosa”).
A guidare il
carosello per la necessaria costituzione di un governo è naturalmente la
coalizione che non ha vinto ma è arrivata prima: il centrosinistra. Il suo
leader, l’onorevole Pierluigi Bersani, detto “il bettoliere” per essere
originario di Bettola, in provincia di Piacenza, che purtroppo gli ha negato la
fiducia, è uomo di indefettibili e ben radicati principi. Conscio di essere un
illuminato esponente della sinistra, memore della sua democratica vittoria sul
“rottamatore” Matteo Renzi, che predicava il rinnovo delle persone e delle
strategie del partito, ha pubblicamente dichiarato che non esiste alcuna
possibilità che il PD (noi vorremmo aggiungere “valoroso erede del PCI di
togliattiana memoria”) possa cercare un’intesa con il centro destra al fine di
costituire un governo di unità nazionale che realizzi almeno qualcuno dei
provvedimenti che figurano nel programma di ambedue i partiti, in attesa di consultare
nuovamente gli elettori per chiedere un mandato più preciso e meno variegato.
Piuttosto che
rinunciare alla propria ideologia anti destra (la destra è formata secondo lui
solo da evasori, ladri, puttanieri, affamatori del popolo, ed imbecilli), preferisce
cercare l’appoggio del gruppo 5 stelle, il cui dichiarato intento è quello di
distruggere e mandare a casa i partiti tradizionali e soprattutto i politici di
professione. La cosa non appare molto logica, ma tant’è. Ciò che si presta a
deprimenti considerazioni è il fatto che evidentemente il Bersani mira a
strappare al movimento di Grillo alcuni di coloro che sono stati eletti nelle
liste grilline. Se poi c’è da fidarsi, per governare, di soggetti
dichiaratamente volubili e voltagabbana è affar suo.
Quanto alla
preconcetta esclusione di ogni possibile accordo con il centrodestra, liberale,
populista eccetera, vale la pena di ricordare che l’URSS, per vincere la
guerra, non esitò ad allearsi con gli USA, di ideologia assolutamente
antitetica, salvo riprendere l’ostilità a guerra terminata e vinta. E’ questo
forse l’unico punto in cui la condotta di Bersani si discosta dagli
insegnamenti assorbiti in gioventù. Dopo tutto, è un uomo libero, e sa
sbagliare e fare sciocchezze anche da solo…
Il Bertoldo
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