05 marzo 2013

Principi ben radicati


Finalmente la giostra della campagna elettorale ha terminato i suoi giri: ora entriamo nella giostra post elettorale e l’andamento non è molto diverso, comunque stucchevole, anche se gli attori protagonisti, pur fra molte papere, non ci lesinano una buona dose di “suspense” (in italiano, per il pubblico incolto, “attesa ansiosa”).
A guidare il carosello per la necessaria costituzione di un governo è naturalmente la coalizione che non ha vinto ma è arrivata prima: il centrosinistra. Il suo leader, l’onorevole Pierluigi Bersani, detto “il bettoliere” per essere originario di Bettola, in provincia di Piacenza, che purtroppo gli ha negato la fiducia, è uomo di indefettibili e ben radicati principi. Conscio di essere un illuminato esponente della sinistra, memore della sua democratica vittoria sul “rottamatore” Matteo Renzi, che predicava il rinnovo delle persone e delle strategie del partito, ha pubblicamente dichiarato che non esiste alcuna possibilità che il PD (noi vorremmo aggiungere “valoroso erede del PCI di togliattiana memoria”) possa cercare un’intesa con il centro destra al fine di costituire un governo di unità nazionale che realizzi almeno qualcuno dei provvedimenti che figurano nel programma di ambedue i partiti, in attesa di consultare nuovamente gli elettori per chiedere un mandato più preciso e meno variegato.
Piuttosto che rinunciare alla propria ideologia anti destra (la destra è formata secondo lui solo da evasori, ladri, puttanieri, affamatori del popolo, ed imbecilli), preferisce cercare l’appoggio del gruppo 5 stelle, il cui dichiarato intento è quello di distruggere e mandare a casa i partiti tradizionali e soprattutto i politici di professione. La cosa non appare molto logica, ma tant’è. Ciò che si presta a deprimenti considerazioni è il fatto che evidentemente il Bersani mira a strappare al movimento di Grillo alcuni di coloro che sono stati eletti nelle liste grilline. Se poi c’è da fidarsi, per governare, di soggetti dichiaratamente volubili e voltagabbana è affar suo.
Quanto alla preconcetta esclusione di ogni possibile accordo con il centrodestra, liberale, populista eccetera, vale la pena di ricordare che l’URSS, per vincere la guerra, non esitò ad allearsi con gli USA, di ideologia assolutamente antitetica, salvo riprendere l’ostilità a guerra terminata e vinta. E’ questo forse l’unico punto in cui la condotta di Bersani si discosta dagli insegnamenti assorbiti in gioventù. Dopo tutto, è un uomo libero, e sa sbagliare e fare sciocchezze anche da solo…
Il Bertoldo

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