29 giugno 2012
Quote of the day
"Ieri sera i tedeschi hanno avuto la dimostrazione che non basta il “rigore” per salvarsi...."
Euroconsigli
La Cancelliera Angela
Merkel, alla vigilia del Consiglio d’Europa che dovrebbe definire cosa fare per
allentare la stretta della crisi, coniugando il rigore – chiodo fisso della
Kaiserina – e lo sviluppo, necessario non solo per rilanciare l’economia e
l’occupazione, ma soprattutto per avvicinare il momento del pareggio dei
bilanci, ha dichiarato che “niente eurobond finché io sarà viva”.
L’affermazione ci pare
espressione di prosopopea ingiustificata da un lato e di sconsiderata
imprudenza dall’altro. Infatti la Merkel sembra credere di restare Cancelliera
a vita e quindi ritiene di poter disporre del suo attuale potere vita natural
durante. D’altro canto esiste pur sempre il rischio che, al fine di togliere
finalmente ogni ostacolo alla realizzazione degli eurobonds, qualcuno non esiti
ad augurare alla Merkel una immatura fine, cosa che evidentemente non le
auguriamo.
o o o o
Il Premier Mario Monti
intende presentarsi al Consiglio Europeo dimostrando di aver diligentemente
svolto il compito a casa che gli era stato assegnato dall’Unione Europea su
incarico della Cancelliera Merkel. A tal fine ha chiesto che il progetto di
riforma delle leggi sul lavoro venisse approvato – anche tramite la fiducia –
dalla eterogenea maggioranza che lo sostiene. E qui nasce la situazione
abbastanza pirandelliana alla quale abbiamo assistito.
Il progetto governativo è
stato largamente criticato da tutte le parti, politiche e non, ed il giudizio
complessivo è stato sintetizzato efficacemente dal Presidente della
Confindustria, che riprendendo la ben nota espressione del ragionier Fantozzi a
proposito del film “La Corazzata Potemkin”, ha bollato la finta riforma con il
termine “è una boiata”.
Naturalmente il progetto di
legge originale era stato completamente svuotato di ogni significato dopo
estenuanti trattative con i sindacati e specialmente con la CGIL. Tuttavia, al
fine di presentarsi a Bruxelles con almeno una straccio di compito svolto, il
governo ha chiesto che tale “boiata” venisse approvata comunque, con la
promessa di modificare tutto in seguito. Quindi in sostanza Monti presenterà al
Consiglio un falso provvedimento spacciandolo per vero – sempre che poi il
governo mantenga la promessa di aggiustare il tiro in seguito.
o o o o
Si sa già come terminerà la
riunione del Consiglio Europeo, che dovrebbe tenersi oggi. Infatti, sfidando le
prodigiose e sovrannaturali doti dei più noti e sperimentati veggenti, è stata
già fatta trapelare la bozza del comunicato finale, che conferma come in tale
qualificatissimo consesso non si deciderà assolutamente niente, e quindi che
tutti gli sforzi per far cambiare idea a Frau Nein saranno vani.
In queste condizioni ci si
domanda: perché perdere tempo in una riunione che si sa già come andrà a
finire? Non sarebbe stato meglio che, approfittando del bel tempo estivo, se ne
fossero andati tutti a fare un bel picnic in spiaggia? Tanta scena in meno e
tanta salute in più. Ma tutti i gusti son gusti…
Il Bertoldo
L'essenza di essere italiani
La mamma,
Poi la pizza, il mandolino, ecc...ecc...
Inter nos, mi sta sempre piu' sulle palle questo giocatore complessato , arrogante e completamente scemo.
Sopratutto la scena della maglietta dopo il secondo goal.
And the point was?
Poi sembra sempre incazzato nero....
E' una battuta.
28 giugno 2012
Barzelletta greca
Dunque Il Primo Ministro greco Samaras e' in ospedale per un'operazione agli occhi, mentre il Ministro delle Finanze si dimette ancora prima di iniziare il suo mandato, forzando la troika FMI-UE-BCE a rimandare il suo "viaggio" ad Atene
Ottima mossa da parte dei Greci e visto che hanno bisogno di ancora piu' soldi e che non hanno applicato nessuna delle riforme che erano state richieste, prossimamente si inventeranno un epidemia di peste bubbonica.
Secondo il Sole 24 Ore, questi disgraziati hanno dichiarato di avere ridotto il numero dei dipendenti dell'amministrazione pubblica di almeno 94,000 persone, mentre negli ultimi due anni 70,000 che erano stati buttati fuori dalla porta sono rientrati dalla finestra.
Se fossi Samaras rimarrei in ospedale....
Fantastica Elsa Fornero
I comunisti populisti de noiantri, sono fuori controllo. Ma questa solita bufera all'italiana e' solo pura demagogia, opportunismo politico, si alzano le solite voci di quelli che non hanno mai niente da dire e vogliono che lo si sappia, per non parlare di ignoranza e mancanza di logica!
Tanto per rinfrescare la memoria di questi trogloditi.
Il diritto al lavoro fu presentato dal socialista Mathieu alla Assemblea Costituente francese il 15 Maggio del 1848 come un emendamento al paragrafo 8 del preambolo della Costituzione.
La proposta fu rifiutata dallo stesso Alexis de Tocqueville che in un famoso discorso ne provo' l'impossibilita' di applicazione a meno che lo Stato non fosse il padrone di tutti i mezzi di produzione del paese, potendo cosi assegnare posti di lavoro e fissare salari.
Senza entrare nei dettagli affermo' poi che i lavoratori non hanno diritto sullo Stato e lo stesso Stato non puo' e non deve sostituirsi alla previdenza sociale, all'economia e all'onesta' individuale.
La mozione del socialista Mathieu fu bocciata con 596 voti contr 187.
Dunque evviva il Ministro Fornero, perche' ha perfettamente ragione.
26 giugno 2012
Indignati tua madre! (A favore di Formigoni)
Altra inchiesta altro giro.
Adesso Formigoni è indagato per corruzione, per un fatto che ha ben spiegato a Matrix, dove il repubblistronzo che doveva metterlo nell’angolo non ha saputo replicare una cippa.
Tutti si chiedono perché i suoi elettori non si vergognino, dicono che si deve dimettere, che sono indignati ecc...ecc...ecc...
Ve lo spiego io il perche'. La Lombardia e' amministrata da anni dagli "impresentabili", Lega e PDL, da Formigoni e Boni. E sapete cosa? Funziona!
E' un esempio per tutta la penisola. E sappiate che siamo noi a mantenervi.
Se, oltre a fare tutto cio', riescono a rubare, favorire la mafia e sacrificare carri di vergini al demonio per favorirne l'ascesa allora dovete fargli i complimenti due volte.I vostri eroi di carta (igienica) stranamente graziati dalle procure, che tanto rompono, hanno dimostrato di essere pure peggio.
(Via FalceMartello)
25 giugno 2012
Tifoso cinese muore dopo un "overdose di calcio"
Che tristezza morire per la squadra francese....
Qui in Asia le partite son ritrasmesse in diretta a partire dalle 2:30 del mattino. Gli asiatici sono fanatici di calcio. Le squadre inglesi lo hanno capito infatti pullullano i negozi del Manchester United oppure Chelsea.
Ci sono anche tifosi italiani e o comunque di squadre italiane. Mi fanno ridere. Mai stati in Italia, ma sanno tutti i nomi dei giocatori, le formazioni degli ultimi 10 anni, le statistiche.
Mai che una squadra italiana di prestigio venga da queste parti a giocare. Non solo riempirebbero gli stadi, ma farebbero anche tanti bei soldi con il merchandising e perche' non pensare un IPO in Asia per esempio?
Solidarieta'
I “Quattro” si sono
incontrati a Roma, e com’era da aspettarsi hanno deciso di non decidere,
rinviando ogni decisione al prossimo Consiglio Europeo del 28 giugno. Va dato
atto che questa è un’evidente prova di alto senso democratico. Come potrebbero
infatti decidere in quattro – sia pur “azionisti” importanti - per tutti? La
Cancelliera Merkel, notoriamente aliena da protagonismi e dal voler imporre la
sua volontà (chiedo scusa, “la volontà della Germania”) si sarebbe
violentemente ribellata.
E’ ben vero che nel
comunicato finale si è affermato che è indispensabile favorire lo sviluppo e la
ripresa economica, cosa veramente originale ed alla quale finora nessuno aveva
pensato, e a tale scopo si sono promessi 130 miliardi di euro, senza peraltro
precisare come e dove saranno utilizzati e da quali tasche saranno prelevati, ma resta il fatto che sempre di
chiacchiere si tratta, almeno per ora.
Poi, per non perdere le
buone abitudini, si è deciso di proporre al prossimo Consiglio d’Europa l’adozione
della cosiddetta Tobin Tax. Data la
totale incapacità dei governi a porre un limite alle speculazioni di borsa ed a
regolamentare in modo serio l’attività delle onnipotenti banche, si è deciso in
sostanza di partecipare al banchetto. Buon appetito!
La Signora Merkel continua
ad essere fermamente contraria ad ogni provvedimento che coinvolga in qualche
modo gli interessi immediati della Germania: niente eurobonds, niente poteri
veri alla BCE, in definitiva niente solidarietà, a meno che – ha lasciato
intendere – i paesi della zona euro non accettino di rinunciare a parte della
propria sovranità. In sostanza ella pretenderebbe che il ruolo ufficioso di
leader dell’eurozona che si è autonomamente assunto venisse ufficializzato, e
tutti accettassero di trasformarsi in satelliti volontari della Germania, dando
così vita al “quarto Reich”.
Non è chiaro se questa sua
politica si ispiri a quella del terzo Reich od a quella dell’impero sovietico,
nel quale essa è cresciuta: resta il fatto che sempre di una forma di
imperialismo si tratta. E ciò che colpisce è la sua totale indifferenza ad ogni
idea di solidarietà nei confronti dei paesi che essa stessa ed il suo paese
hanno accettato di annettere prima alla UE e poi nell’eurozona. Ci rendiamo
conto che il rischio di dover sborsare quattrini per coprire le sventatezze (o
peggio) degli altri non piace a nessuno, ma forse ci si potrebbe ricordare di
quanto abbiano fatto gli USA dopo la guerra (anche nel proprio interesse, sia
chiaro) per finanziare la ricostruzione dei propri ex-nemici.
Siamo certi che un’Europa
in dissesto sia proprio nell’interesse della Germania, che smercia oltre il 40%
delle proprie esportazioni proprio verso l’area “infetta”? E’ noto a tutti che
per riscuotere dei dividendi occorre prima investire. Altrimenti si passa dalla
parte dello sfruttatore delle disgrazie od imperizie altrui, che prima d’ora,
benché le magagne fossero evidenti da tempo, non si è affatto cercato di
correggere.
Il Bertoldo
Prodi: L’euro non è morto, ma è morto (politicamente) Berlusconi.
Berlusconi e “Libertà Italia”. Comiche finali o un nuovo inizio?
Certo che Prodi quando non ha niente da dire, vuole che tutti lo sappiano!
Per quanto riguarda Italia Liberta' or whatever...Ottima idea ma solo se l'eta' media non supera i 40 anni e che si possa governare con una maggioranza assoluta.
Praticamente impossibile. Visto che in politica in Italia, uno a 70 anni e' considerato "giovane", e di giovani (quelli veri) che ancora non sono stati corrotti dal potere ce ne sono ben pochi.
Per non parlare poi del sistema politico, la Costituzione e quei 20 milioni di imbecilli che ancora votano a sinistra....
Certo che Prodi quando non ha niente da dire, vuole che tutti lo sappiano!
Per quanto riguarda Italia Liberta' or whatever...Ottima idea ma solo se l'eta' media non supera i 40 anni e che si possa governare con una maggioranza assoluta.
Praticamente impossibile. Visto che in politica in Italia, uno a 70 anni e' considerato "giovane", e di giovani (quelli veri) che ancora non sono stati corrotti dal potere ce ne sono ben pochi.
Per non parlare poi del sistema politico, la Costituzione e quei 20 milioni di imbecilli che ancora votano a sinistra....
Monteide
Passa un giorno, passa l’altro
Ma lo spread non cala mai.
Mario Monti è molto scaltro
E ci toglierà dai guai.
Il rimedio è assai esemplare:
Tasse, tasse e ancora tasse;
La ripresa può aspettare
E si arrangino le masse.
In tal modo fa felice
L’Angelina che non vuole
Anche se non ce lo dice
Che su noi risplenda il sole.
Essa e Mario son convinti
Che per noi stia bene il mare:
Così i crucchi son contenti
E ci lasciano affogare.
Il Bertoldo
Chinese Proverb
Chinese proverb says: "If you are in a book store and cannot find the book for which you search, you are obviously in the ...
23 giugno 2012
Lettre ouverte à Valérie Trierweiler
Madame,
Lorsque vous êtes apparue aux côtés de François Hollande, après qu’il eut quitté Ségolène Royal, les citoyens français ont accepté votre présence, certains avec interrogation, d’autres avec un petit sourire, mais la plupart avec gentillesse. En France, l’amour est roi et les nouveaux couples qui se forment, surtout en politique, attirent plutôt la bienveillance. Nicolas Sarkozy avait bénéficié de cette même « grâce » lorsque Cécilia était partie. Il s’en était expliqué, peut-être un peu trop, en conférence de presse et s’était marié avec Carla Bruni. Autre temps, autre mœurs, diriez-vous. Effectivement, qu’il s’agisse du général de Gaulle avec « tante Yvonne », de Giscard d’Estaing et d’Anne-Aymone, de François Mitterrand et de Danielle ou même de Jacques Chirac et de Bernadette, ces femmes versaient plutôt dans le caritatif discret que vers l’émergence people tapageuse.
Il est vrai cependant que la presse, pour François Mitterrand, a laissé tomber un manteau de discrétion sur sa double vie qu’il n’a révélée qu’à ses dernières heures. Déjà, il paraissait (mais qui a osé en parler ?) tout à fait anormal que sa deuxième « épouse » et sa fille soient prises en charge par l’État : appartement officiel sur le Quai Branly, voitures, chauffeurs, gardes du corps, cuisines et cuisiniers.
Bref ! Les frasques de François Mitterrand, gardées secrètes par des journalistes complices, ont coûté quelques 8 à 10 millions d’euros au budget de l’État
Carla Bruni n’a pas agi dans ce sens ni Bernadette Chirac. Mais vous voilà arrivée et avec vous, comme le dit la gauche, la modernité, ringardisant tout ce qui s’est passé avant.
Après tout, François Hollande a le droit d’avoir comme amie qui il veut et le temps qu’il le désire. Quant au titre de « première dame », il est usurpé. Ce statut n’existe pas et a été monté de toutes pièces par des journalistes avides de sensationnel. Vous n’avez, Madame, aucune existence légale d’autant plus que vous n’êtes ni mariée, ni pacsée. Que dirait-on d’un président de la République qui accumulerait les « premières dames » comme on accumule des amies ou des flirts ?
Vous avez néanmoins exigé d’avoir autour de vous une équipe composée d’hommes et de femmes qui vous suivent, qui vous aident, qui travaillent avec vous et qui sont payés par l’État. Au nom de quoi l’État doit-il s’occuper de votre secrétariat pléthorique ? Ce n’est pas, je pense, pour vous aider à écrire des articles dans votre journal « Paris Match ».
Voici un autre problème. Vous vous réclamez, à juste titre, du statut de journaliste et vous désirez continuer à écrire. Au début de la campagne présidentielle et même, si je ne me trompe, dès l’élection de François Hollande, vous avez clamé haut et fort que vous ne renonceriez pas à écrire dans l’hebdomadaire « Paris Match » et vous avez même annoncé que vous alliez interroger les grands de ce monde pour faire des papiers de politique étrangère ! Journaliste oui, mais journaliste politique non !
Il me semble que ce métier est incompatible avec la fonction que vous aimeriez avoir, même si elle n’est pas officielle. Vous avez donc décidé de faire du journalisme de bavardages pour bien montrer votre autonomie par rapport à votre ami François Hollande. Vous avez néanmoins accepté, demandé, peut-être même exigé de l’accompagner dans ses voyages officiels. A quel titre ? Simplement d’amie !
Il y avait et il y a toujours un obstacle : Ségolène Royal ! Vous ne la supportez pas, elle qui est pourtant mère des 4 enfants de François Hollande. Il semblerait qu’à la Bastille, lorsque François Hollande a « claqué une bise » sur les deux joues de Ségolène Royal, vous ayez exigé qu’il vous embrasse sur la bouche pour montrer la différence de statut ! Cet acte était sinon puéril du moins cruel.
Voici maintenant qu’en femme moderne, vous tweetez. Vous avez réussi, par vos bavardages, à ébranler la campagne électorale et à ridiculiser la France.
Ségolène Royal est candidate, certes parachutée, en Poitou-Charentes. Elle affronte Monsieur Falorni, implanté localement depuis de nombreuses années et ami de François Hollande. Il était naturel que les caciques du Parti socialiste viennent à son secours, elle qui avait été la femme candidate à l'élection présidentielle de 2007.
Il était peut-être moins évident que le président de la République se mêle de ces élections. En Président « normal », il avait annoncé qu’il n’y participerait pas. Les Français avaient d’ailleurs compris que le petit mot de soutien à Ségolène Royal était plus affectif que politique. Elle avait été sa compagne pendant si longtemps.
Mais vous ne la supportez pas, taraudée par la jalousie. Après le ridicule de « embrasse moi sur la bouche » que, semblait-il, vous aviez prononcé, voici maintenant la trahison ! En effet, de quoi vous mêlez-vous en soutenant Monsieur Falorni qui, au demeurant, reste très sympathique ? Est-ce en tant que journaliste politique que vous prenez position pour un candidat ?
Il s’agirait là d’une déviation intolérable de la neutralité politique d’un journaliste. Voyez-vous Monsieur Jean-Michel Apathie, Madame Ruth Elkrief, Monsieur Alain Duhamel prendre position pour qui que ce soit ? Ils devraient rendre immédiatement leur carte de presse, s’inscrire à un parti politique et ne plus parler. Certes, beaucoup de journalistes, beaucoup de journaux, sont à gauche et l’ont montré lors de ces dernières élections. Mais vous, Madame, journaliste à « Paris Match », vous n’auriez jamais dû prendre position. Ce n’est donc pas comme journaliste que vous avez envoyé ce tweet, vous êtes trop intelligente pour tomber dans un tel piège.ce vis-à-vis de votre compagnon ? Peut-être aussi pensiez-vous affirmer l’importance de la liberté de la femme ? Je ne le crois pas non plus car je ne suis pas sûr que la liberté consiste à faire des gaffes. Peut-être ce mot est-il trop faible ? Il s’agit d’une faute grave. En réalité, vous ne pouviez pas imaginer une seconde que Ségolène Royal, élue, puisse un jour arriver au fauteuil de présidente de l’Assemblée nationale. « Comment cette femme, qui était avec mon ami auparavant, qui a vécu si longtemps avec lui, peut-elle revenir en pleine lumière ? ».
Mais, pire encore, vous imaginiez, dans vos rêves les plus épouvantables, dans les cauchemars les plus terribles, les cérémonies officielles présidées par François Hollande obligatoirement accompagné par Ségolène Royal, en tant que quatrième personnage de l’État. Vous cauchemardiez à l’idée de voir ces grands dîners à l’Elysée, ces dîners officiels où votre place était équivoque, alors que Ségolène, rayonnante, aurait été proche de votre ami par la grâce du protocole. D’ailleurs, c’est pour cette raison déjà qu’à La Rochelle, vous aviez exigé, semble-t-il, que François Hollande parle de vous comme de « son unique amour ». Petite flèche empoisonnée dans le dos de Ségolène Royal.
La France, par ce tweet, a été ridiculisée dans le monde entier. Une si petite phrase ayant de telles conséquences ! Vous avez non seulement desservi la France où vous n’avez aucun rôle à jouer même si vous avez accompagné François Hollande dans ses voyages officiels à l’étranger (ce qui, déontologiquement, diplomatiquement, était déjà une extravagance), mais vous avez desservi le président de la République élu par une attitude grotesque de femme jalouse qui se mêle de politique pour entraver la carrière de son ami ou compagnon.
Vous avez ridiculisé et humilié les femmes des autres présidents français qui, elles, faisaient de l’humanitaire. Vous avez, semble-t-il, balayé d’un revers de la main ces actions remarquables qu’elles avaient menées et, par conséquent, vous avez méprisé tous ceux qui, en France ou ailleurs, ont consacré leur vie aux enfants, aux handicapés, à ceux qui étaient atteints du SIDA, etc.
Bref, ce petit tweet de rien du tout a été le révélateur, Madame, d’un malaise que les Français n’osaient pas admettre, qui mélange la faiblesse du président de la République et la méchanceté de sa compagne.
Acceptez, Madame, mes sentiments mêlés de tristesse, de rage et de surprise.
Pr. Bernard DEBRÉ
Ancien Ministre
Lorsque vous êtes apparue aux côtés de François Hollande, après qu’il eut quitté Ségolène Royal, les citoyens français ont accepté votre présence, certains avec interrogation, d’autres avec un petit sourire, mais la plupart avec gentillesse. En France, l’amour est roi et les nouveaux couples qui se forment, surtout en politique, attirent plutôt la bienveillance. Nicolas Sarkozy avait bénéficié de cette même « grâce » lorsque Cécilia était partie. Il s’en était expliqué, peut-être un peu trop, en conférence de presse et s’était marié avec Carla Bruni. Autre temps, autre mœurs, diriez-vous. Effectivement, qu’il s’agisse du général de Gaulle avec « tante Yvonne », de Giscard d’Estaing et d’Anne-Aymone, de François Mitterrand et de Danielle ou même de Jacques Chirac et de Bernadette, ces femmes versaient plutôt dans le caritatif discret que vers l’émergence people tapageuse.
Il est vrai cependant que la presse, pour François Mitterrand, a laissé tomber un manteau de discrétion sur sa double vie qu’il n’a révélée qu’à ses dernières heures. Déjà, il paraissait (mais qui a osé en parler ?) tout à fait anormal que sa deuxième « épouse » et sa fille soient prises en charge par l’État : appartement officiel sur le Quai Branly, voitures, chauffeurs, gardes du corps, cuisines et cuisiniers.
Bref ! Les frasques de François Mitterrand, gardées secrètes par des journalistes complices, ont coûté quelques 8 à 10 millions d’euros au budget de l’État
Carla Bruni n’a pas agi dans ce sens ni Bernadette Chirac. Mais vous voilà arrivée et avec vous, comme le dit la gauche, la modernité, ringardisant tout ce qui s’est passé avant.
Après tout, François Hollande a le droit d’avoir comme amie qui il veut et le temps qu’il le désire. Quant au titre de « première dame », il est usurpé. Ce statut n’existe pas et a été monté de toutes pièces par des journalistes avides de sensationnel. Vous n’avez, Madame, aucune existence légale d’autant plus que vous n’êtes ni mariée, ni pacsée. Que dirait-on d’un président de la République qui accumulerait les « premières dames » comme on accumule des amies ou des flirts ?
Vous avez néanmoins exigé d’avoir autour de vous une équipe composée d’hommes et de femmes qui vous suivent, qui vous aident, qui travaillent avec vous et qui sont payés par l’État. Au nom de quoi l’État doit-il s’occuper de votre secrétariat pléthorique ? Ce n’est pas, je pense, pour vous aider à écrire des articles dans votre journal « Paris Match ».
Voici un autre problème. Vous vous réclamez, à juste titre, du statut de journaliste et vous désirez continuer à écrire. Au début de la campagne présidentielle et même, si je ne me trompe, dès l’élection de François Hollande, vous avez clamé haut et fort que vous ne renonceriez pas à écrire dans l’hebdomadaire « Paris Match » et vous avez même annoncé que vous alliez interroger les grands de ce monde pour faire des papiers de politique étrangère ! Journaliste oui, mais journaliste politique non !
Il me semble que ce métier est incompatible avec la fonction que vous aimeriez avoir, même si elle n’est pas officielle. Vous avez donc décidé de faire du journalisme de bavardages pour bien montrer votre autonomie par rapport à votre ami François Hollande. Vous avez néanmoins accepté, demandé, peut-être même exigé de l’accompagner dans ses voyages officiels. A quel titre ? Simplement d’amie !
Il y avait et il y a toujours un obstacle : Ségolène Royal ! Vous ne la supportez pas, elle qui est pourtant mère des 4 enfants de François Hollande. Il semblerait qu’à la Bastille, lorsque François Hollande a « claqué une bise » sur les deux joues de Ségolène Royal, vous ayez exigé qu’il vous embrasse sur la bouche pour montrer la différence de statut ! Cet acte était sinon puéril du moins cruel.
Voici maintenant qu’en femme moderne, vous tweetez. Vous avez réussi, par vos bavardages, à ébranler la campagne électorale et à ridiculiser la France.
Ségolène Royal est candidate, certes parachutée, en Poitou-Charentes. Elle affronte Monsieur Falorni, implanté localement depuis de nombreuses années et ami de François Hollande. Il était naturel que les caciques du Parti socialiste viennent à son secours, elle qui avait été la femme candidate à l'élection présidentielle de 2007.
Il était peut-être moins évident que le président de la République se mêle de ces élections. En Président « normal », il avait annoncé qu’il n’y participerait pas. Les Français avaient d’ailleurs compris que le petit mot de soutien à Ségolène Royal était plus affectif que politique. Elle avait été sa compagne pendant si longtemps.
Mais vous ne la supportez pas, taraudée par la jalousie. Après le ridicule de « embrasse moi sur la bouche » que, semblait-il, vous aviez prononcé, voici maintenant la trahison ! En effet, de quoi vous mêlez-vous en soutenant Monsieur Falorni qui, au demeurant, reste très sympathique ? Est-ce en tant que journaliste politique que vous prenez position pour un candidat ?
Il s’agirait là d’une déviation intolérable de la neutralité politique d’un journaliste. Voyez-vous Monsieur Jean-Michel Apathie, Madame Ruth Elkrief, Monsieur Alain Duhamel prendre position pour qui que ce soit ? Ils devraient rendre immédiatement leur carte de presse, s’inscrire à un parti politique et ne plus parler. Certes, beaucoup de journalistes, beaucoup de journaux, sont à gauche et l’ont montré lors de ces dernières élections. Mais vous, Madame, journaliste à « Paris Match », vous n’auriez jamais dû prendre position. Ce n’est donc pas comme journaliste que vous avez envoyé ce tweet, vous êtes trop intelligente pour tomber dans un tel piège.ce vis-à-vis de votre compagnon ? Peut-être aussi pensiez-vous affirmer l’importance de la liberté de la femme ? Je ne le crois pas non plus car je ne suis pas sûr que la liberté consiste à faire des gaffes. Peut-être ce mot est-il trop faible ? Il s’agit d’une faute grave. En réalité, vous ne pouviez pas imaginer une seconde que Ségolène Royal, élue, puisse un jour arriver au fauteuil de présidente de l’Assemblée nationale. « Comment cette femme, qui était avec mon ami auparavant, qui a vécu si longtemps avec lui, peut-elle revenir en pleine lumière ? ».
Mais, pire encore, vous imaginiez, dans vos rêves les plus épouvantables, dans les cauchemars les plus terribles, les cérémonies officielles présidées par François Hollande obligatoirement accompagné par Ségolène Royal, en tant que quatrième personnage de l’État. Vous cauchemardiez à l’idée de voir ces grands dîners à l’Elysée, ces dîners officiels où votre place était équivoque, alors que Ségolène, rayonnante, aurait été proche de votre ami par la grâce du protocole. D’ailleurs, c’est pour cette raison déjà qu’à La Rochelle, vous aviez exigé, semble-t-il, que François Hollande parle de vous comme de « son unique amour ». Petite flèche empoisonnée dans le dos de Ségolène Royal.
La France, par ce tweet, a été ridiculisée dans le monde entier. Une si petite phrase ayant de telles conséquences ! Vous avez non seulement desservi la France où vous n’avez aucun rôle à jouer même si vous avez accompagné François Hollande dans ses voyages officiels à l’étranger (ce qui, déontologiquement, diplomatiquement, était déjà une extravagance), mais vous avez desservi le président de la République élu par une attitude grotesque de femme jalouse qui se mêle de politique pour entraver la carrière de son ami ou compagnon.
Vous avez ridiculisé et humilié les femmes des autres présidents français qui, elles, faisaient de l’humanitaire. Vous avez, semble-t-il, balayé d’un revers de la main ces actions remarquables qu’elles avaient menées et, par conséquent, vous avez méprisé tous ceux qui, en France ou ailleurs, ont consacré leur vie aux enfants, aux handicapés, à ceux qui étaient atteints du SIDA, etc.
Bref, ce petit tweet de rien du tout a été le révélateur, Madame, d’un malaise que les Français n’osaient pas admettre, qui mélange la faiblesse du président de la République et la méchanceté de sa compagne.
Acceptez, Madame, mes sentiments mêlés de tristesse, de rage et de surprise.
Pr. Bernard DEBRÉ
Ancien Ministre
Quote of the day
"Quite interesting that over 95% of the negative and bombastic articles originate either in the British or American media, countries whose central banks counterfeited approx $1 trillion and $2.4 trillion respectively without which their governments and banks would have already defaulted. They ridicule countries who are trying to address
their financial issues without printing money.
Why you might ask? The old saying that if you shine the spotlight on yourself what you see is so vile and repulsive you can’t bear to see it."
their financial issues without printing money.
Why you might ask? The old saying that if you shine the spotlight on yourself what you see is so vile and repulsive you can’t bear to see it."
Employment, Italian Style
Italian Prime Minister Mario Monti has issued a new "growth decree" to revive Italy's moribund economy. Among other initiatives, the 185-page plan proposes discount loans for corporate R&D, tax credits for businesses that hire employees with advanced degrees, and reduced headcount at select government ministries. It even puts a few government assets up for sale.
Will any of this solve Italy's economic problems? Only in the sense that one could theoretically drain Lake Como with a ladle and straw. Allow us, then, to illustrate why Italy's economy stagnates.
***
Imagine you're an ambitious Italian entrepreneur, trying to make a go of a new business. You know you will have to pay at least two-thirds of your employees' social security costs. You also know you're going to run into problems once you hire your 16th employee, since that will trigger provisions making it either impossible or very expensive to dismiss a staffer.But there's so much more. Once you hire employee 11, you must submit an annual self-assessment to the national authorities outlining every possible health and safety hazard to which your employees might be subject. These include work-related stress and stress caused by age, gender and racial differences. You must also note all precautionary and individual measures to prevent risks, procedures to carry them out, the names of employees in charge of safety, as well as the name of the physician whose presence is required for the assessment.
Now say you decide to scale up. Beware again: Once you hire your 16th employee, national unions can set up shop, and workers may elect their own separate representatives. As your company grows, so does the number of required employee representatives, each of whom is entitled to eight hours of paid leave monthly to fulfill union or works-council duties. Management must consult these worker reps on everything from gender equality to the introduction of new technology.
Hire No. 16 also means that your next recruit must qualify as disabled. By
the time your firm hires its 51st worker, 7% of the payroll must be handicapped
in some way, or else your company owes fees in kind. During hard times, your
company may apply for exemptions from these quotas—though as with everything in
Italy, it's a toss-up whether it's even worth it after the necessary paperwork.
The system does allow certain exemptions—provided your company stays small, or you hire the right gender or in certain areas. Industrial and security firms are exempt from paying into the national fund for temporary unemployment if they have 15 employees or fewer; retail and tourism companies don't have to start contributing until they hire their 51st worker; and trade companies are exempt until they hire their 201st employee.
Here's another loophole you might try to jump through: Businesses currently receive tax credits worth up to €15,200 per year per new permanent-contract hire—that top bracket being for new employees who are also women or under the age of 35 and live in the regions of Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardinia and Sicily.
Businesses with no more than 250 employees may also still be enjoying their three-year profit-tax holiday, which was granted in 2010 for small and medium-sized firms that reinvest their profits in forging "networks" for "innovation" with other small businesses nearby.
***
All of these protections and assurances, along with the bureaucracies that oversee them, subtract 47.6% from the average Italian wage, according to the OECD. Two-thirds of that bite comes before payroll, meaning many Italian workers are unaware of their gross cost to employers.But you, as the employer, are aware of them, which may explain the temptation to stay small and keep as much of your business as possible off the books. This gray- and black-market accounts for more than a quarter of the Italian economy. It also helps account for unemployment at a 12-year high of 10%, and GDP forecast to contract 1.3% this year.
Still, who knows: With any luck, you may discover a loophole in Mr. Monti's new growth decree that will allow you to hire a few more employees without incurring too many costs—provided, one assumes, that all of the new hires are disabled, blue-eyed Sardinians between the ages of 46 and 53.
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Stampa inglese. Balotelli? Un pazzo....
"Bisogna infastidirlo il piu' possibile , calpestargli i piedi, tirargli la maglietta, pizzicarlo. Qualsiasi cosa per infastidirlo e distrarlo perché sappiamo che rispondera' e reaggira'....e' a un passo dall'espulsione ed e' cosi poco professionale che bisogna approfittarne."
Balotelli is bonkers
Balotelli is bonkers
22 giugno 2012
La sparata di Humpty Dumpty
Il brillante Van Rumpuy, il non eletto Presidente dell'Unione Europea, e pure lui invitato al pranzo, scusate al summit di Los Cabos, ha dichiarato:
"Greek voters have made a clear choice about staying in the euro currency, following weeks of uncertainty in the financial markets"
I Greci hanno votato per un partito di maggioranza, non per stare nell'Euro.E la stragande maggioranza ha voltato per i partiti che erano contrari al salvataggio.
Amen!
My policies are based not on some economics theory, but on things I and millions like me were brought up with:
an honest day’s work for an honest day’s pay; live within your means.
Margaret Thatcher
Un paese senza futuro
Ma che razza di Paese è l’Italia? Ormai siamo alle comiche, al ridicolo che diventa normalità. Il Tribunale di Roma ha condannato la Fiat per“discriminazione” contro la Fiom nello stabilimento di Pomigliano d’Arco e le ha ordinato di “assumere 145 operai iscritti al sindacato” di Maurizio Landini.
A diciannove di loro, inoltre, sarà dovuto anche un risarcimento di 3 mila euro per “danni ricevuti”. Il motivo di questa assurdità? Semplice: nello stabilimento non risultavano, tra i dipendenti, tesserati della Fiom. “Finalmente è stata riconosciuta in Fiat la violazione dei più elementari diritti alla persona e premiato l’eroismo di chi ha resistito“, ha esultato Giorgio Cremaschi di Rete 28aprile, commentando la sentenza del giudice del Lavoro. Ora, continua Cremaschi,“si mandino i carabinieri da Marchionne per fargli rispettare la sentenza”.
E poi ci si chiede perché l’ad di Fiat cerca in ogni modo di scappare da questo Paese malato, finito, ridicolo. L’obbligo di assunzione non per merito, ma per tessera sindacale. In pieno stile fascista, anche se non si può dire.
(Via FalceMartello)
21 giugno 2012
Nigel Farage: L'Eurozona e' un gigantesco schema Ponzi
Questo Signore dovrebbe essere il nostro Premier.
19 giugno 2012
Italiani, popolo di paranoici
Adesso che questa squadretta di calcio e' riuscita a passare a fatica il primo turno, il popolo respira di gioia, e stranamente non leggo ancora sui giornaletti una nuova teoria complottistica sulle prossime partite dell'Italietta. Merkel vuole che vinca la Grecia per esempio...
P.S. Le prossime avversarie sono o Inghilterra o Francia. You know...
Personalmente, preferisco guardarmi questo tipo di partite...
Topless porn stars clash in international football match
Debiti
Il debito è l’obbligo
giuridico di fornire a qualcuno una certa prestazione, in particolare di
restituire denaro. Colui che ha prestato il denaro e nei confronti del quale
corre l’obbligo della restituzione è il creditore.
Normalmente un
soggetto tende ad indebitarsi per far fronte a specifiche necessità, le più
comuni sono la mancanza temporanea di liquidità o l’intenzione di sviluppare
un’attività produttiva per la quale non si dispone della totalità delle somme
necessarie. E’ norma generale che si presta denaro solo a chi si ritiene che
sia in grado di restituirlo, altrimenti non di un prestito si tratta ma di un
dono, o di una elargizione a titolo benefico o di generosità gratuita.
Normalmente ogni prestito comporta il pagamento di un interesse, che
rappresenta il compenso a favore del creditore per il fatto di essersi privato
temporaneamente della disponibilità del denaro prestato ed a copertura del
rischio di eventuale insolvenza.
Tutto ciò si
riferisce ai rapporti fra privati. Completamente diverso è il caso in cui il
debitore sia uno stato. Contrariamente a quanto avviene in campo privato, la
maggior parte degli stati si indebitano per far fronte a spese che superano le
entrate, ma senza mettere in atto alcun provvedimento che faccia presagire, in
un’epoca più o meno lontana, che i debiti contratti potranno essere ripagati.
Cosa che può avvenire solo in due modi: o attraverso la cessione di beni di
proprietà statale oppure mettendo in opera politiche che consentano di disporre
di entrate superiori alle spese. Cosa che si può ottenere sia aumentando le entrate, attraverso un
inasprimento del prelievo fiscale, sia razionalizzando la spesa al fine di
ridurla senza intaccarne od anzi migliorandone la qualità.
Naturalmente se si
esagera nell’aumento del prelievo fiscale senza agire sulla spesa si otterrà
uno strangolamento dell’economia e, come inevitabile risultato, una riduzione
del gettito e quindi un aggravamento della situazione.
Naturalmente il
debito pubblico può essere misurato in due modi: in valore assoluto oppure in
rapporto al PIL. L’inflazione e la conseguente svalutazione della moneta può
portare ad una riduzione del valore “reale” del debito pubblico e quindi
sostanzialmente a defraudare i creditori. Essa può avere anche la conseguenza di
un apparente incremento del PIL – a causa dell’aumento dei prezzi – e quindi di
un miglioramento del rapporto debito/PIL.
Una cosa è certa. Se
il bilancio pubblico presenta costantemente un disavanzo il debito pubblico non
potrà che crescere ed affermare il contrario costituisce solo una grande
sciocchezza.
Vediamo ora cosa è
successo in Italia. Analizzando il rapporto debito/PIL notiamo che esso è quasi
sempre stato allarmante, fin dalla costituzione del Regno d’Italia. Esso ha
superato il valore di 100% solo in tre occasioni. Tra il 1887 ed il 1900,
quindi per 14 anni, poi tra il 1919 ed il 1925, periodo postbellico, per 7 anni
ed infine fra il 1991 ed oggi, per oltre vent’anni e, per ora, senza alcuna
prospettiva che possa ridursi significativamente in breve tempo. Con
l’aggravante che l’ammontare “ufficiale” del debito, calcolato unicamente in
base ad un bilancio di cassa, non tiene conto di una somma di circa 100
miliardi di debito pubblico nei confronti dei fornitori dello stato e dei
contribuenti, per un importo pari ad oltre il 5% del PIL nazionale.
Esaminando
l’andamento del rapporto debito/PIL negli ultimi 50 anni troviamo i seguenti
valori: 1961 = 35,5%, 1971 = 46,4%, 1981 = 61,5%, 1991 = 103,1%, 2001 = 110%,
ed infine 2011 = 120%. Come si vede, l’aumento è stato vertiginoso soprattutto
nel decennio 1981/1991. Chi erano gli uomini che hanno retto il governo in quel
periodo? Alcuni sono defunti: Fanfani, Cossiga, Craxi ed altri, ma alcuni non
solo sono tuttora in vita, ma continuano ad occupare seggi in Parlamento ed in
qualche caso pretendono ancora di dire la loro: De Mita, Amato, Ciampi,
D’Alema, Berlusconi, Prodi.
Quali le cause
dell’imponente debito pubblico e della sua fulminea crescita? A nostro parere
una scriteriata politica di welfare, un esagerato livello di parassitismo, di
spreco e di corruzione, senza che a ciò abbia fatto riscontro un miglioramento
sia pur modesto dell’efficienza del paese. Anzi, l’Italia è stata sempre più
preda di acquisizioni da parte di gruppi stranieri, anche a causa delle
sciagurate politiche fiscali e regolamentari e di una burocrazia stupida,
inefficiente ed inutilmente rigida, dedita unicamente alla conservazione del
proprio posto e del proprio potere.
In queste condizioni
è evidente che il compito che il governo “tecnico” è chiamato a svolgere è
improbo, e nessuna responsabilità gli può essere attribuita per il passato. Ciò
che invece gli deve essere contestato è l’incomprensibile linea di condotta
scelta, ossia una pedissequa obbedienza ai diktat della Germania, rinforzata
dal reverente assenso delle istituzioni europee, e soprattutto un esagerato
ricorso alla leva fiscale senza peraltro alcun reale intervento sul lato della
spesa. _
Il risultato si
incomincia a vedere: grave rallentamento dell’economia, totale sfiducia dei
cittadini, crisi economica, finanziaria e sociale le cui conseguenze non sono
prevedibili - ma che forse non sono sgradite al nostro partner Germania -
crescente difficoltà a trovare fonti di rifinanziamento del debito in scadenza,
con l’inevitabile ricorso alle residue liquidità bancarie. In definitiva, visto
che il pubblico italiano non appare in questo momento interessato all’acquisto
di titoli di stato, si è fatto ricorso ad un trucco, deviando forzosamente
verso l’investimento in titoli di stato i risparmi dei cittadini, che
dovrebbero invece essere utilizzati per finanziare l’economia.
Nelle attuali
condizioni sembra si possa trarre solo una desolante conclusione. Anche
ammettendo che si riesca a modificare radicalmente la struttura dello stato non
è prevedibile che in tempi ragionevoli una parte significativa del debito
pubblico possa essere rimborsata. I padri scialacquatori lasceranno a carico
dei propri figli per molti decenni una imponente massa di debiti: proprio il
contrario di quanto si legge nei romanzi, ove di solito sono i figli che sperperano il patrimonio paterno. Con
l’aggravante che, almeno nei romanzi, lo sperpero provoca piaceri – gioco,
donne, lusso, viaggi - sia pur effimeri. Nel caso italiano invece la
dilapidazione è avvenuta a beneficio di ladri, corrotti e parassiti, senza
alcun tornaconto per chi è stato costretto dalla legge ad essere depredato.
Il Bertoldo
L'Europa è destinata a crollare perché è tale e quale all'Italia
La moneta unica ha rappresentato il tentativo burocratico di forzare un'unione politica innaturale.
La crisi economica porterà a una frattura definitiva e a una federazione di Regioni.
L’Europa sta attraversando la più grave crisi dalla fine della Guerra. Un piccolo e periferico popolo si reca proprio in queste ore alle urne e il suo voto non potrà salvare né se stesso né la moneta unica, ma forse potrebbe procrastinare il disastro. L’attuale crisi è la resa dei conti su scala continentale del conflitto Stato/mercato che attraversa la politica dell’ultimo secolo. In Europa esiste, infatti, un forte pregiudizio antimercato, un sentimento anticapitalista poco articolato, da no global d’accatto, ma i cui latori principali (con variabili gradi di virulenza) sono proprio i governanti. Mentre le classi politiche al potere scavavano debiti pubblici colossali e mettevano a repentaglio il benessere dei vivi e dei nascituri, riuscivano anche a convincere i loro gonzi portatori di voti che la prosperità del continente era messa in pericolo da «ben altro». Gli Stati sociali europei avevano, infatti, il compito di salvare i cittadini dal «mercato», dagli scambi globalizzati, dal «capitale» e dalla sua inesorabile logica fondata sul profitto. In Europa prevale una visione alla Tremonti di un mercato utile solo se al servizio della politica, ma del tutto evidentemente questa concezione non porta crescita di sorta. Tutti gli equilibri territoriali a noi noti sono destinati ad essere messi in discussione dalla fine della crescita economica. Come i lettori di Libero hanno avuto modo di osservare, un paio di giorni or sono il Financial Times ha mostrato una cartina che rilanciava l’idea di un’Europa piccola e coesa come l’impero carolingio, e la potenza evocativa in Italia di una mappa del continente nella quale il Paese risultava spezzato in due ha procurato enorme pubblicità all’articolo.
L'ASSEGNO DA 11MILA
Indubitabilmente, in Italia coesistono realtà di tipo greco con aree (potenzialmente) assai più dinamiche della Germania e il confine fra queste realtà è puramente geografico. Tecnicamente Calabria, Sicilia, Campania e l’intero Meridione sarebbero fallite al pari della Grecia visto che la spesa pubblica è in queste zone stabilmente oltre il 70% del PIL (al contrario il rapporto in Lombardia si attesta sul 40%, più o meno come in Svizzera). Ciò che previene il fallimento è un solo fatto: ogni lavoratore lombardo stacca un assegno di circa 11.000 euro all’anno per finanziare il Meridione (anche gli altri lavoratori del Nord firmano un assegno per il Sud ogni anno, ma con una cifra assai più bassa). Eppure ormai anche la più selvaggia redistribuzione territoriale della storia non basta più. La riproposizione della cartina dell’Europa lotaringia indica un semplice fatto: di fronte alla crisi il processo di unificazione europea mostra la corda e insieme ad essa sorprendenti similitudini con la storia del nostro Paese. Insomma, l’Europa è una più grande Italia, con una non piccola differenza: i tedeschi non mostrano di avere alcuna intenzione di fare i lombardi di turno. E di fronte a quello che appare un ruolo in commedia già assegnato qualcuno rispolvera un’unità più piccola, coesa e soprattutto costituita da aree dove il fenomeno del parassitismo sarebbe assai contenuto. Ma il segreto della «Lotaringia» sta proprio nella sua frammentazione politica, non nell’unificazione. Quell’area che va da Firenze ad Anversa, passando per l’Italia del Nord, la Svizzera, la Francia orientale, la Germania sud-occidentale, il Belgio e l’Olanda è stata la patria della più grande rivoluzione della storia dell’umanità: quella che ha creato il mercato capitalistico, che a sua volta ha prodotto un aumento della ricchezza senza precedenti. Ma l’Europa di allora era una grande Svizzera, con centinaia di entità né sovrane, né pienamente autonome, attraverso le quali scambi e traffici non erano disciplinati da un’autorità superiore. La gloria e la ricchezza dell’Europa derivano in misura preponderante da un «non evento» di carattere politico: la mancata imperializzazione del continente. Carlo Magno, Carlo V, Napoleone, Hitler sono stati sconfitti e da questo è nata la nostra relativa libertà e l’enorme benessere di cui abbiamo goduto. L’Unione europea non è che la riedizione «democratica» di un tentativo nei secoli fallito. L’euro nasceva in un periodo di stallo sulla via unificazionista: usando uno strumento solo apparentemente economico, si voleva dare scacco alla politica. E così è stato. Il lancio di una moneta senza Stato voleva essere il volano per la creazione di un Super-Stato e per il rilancio del processo di unificazione europea. L’euro e la sua inevitabile crisi pongono quindi l’utopia europeista di fronte ad un bivio inaggirabile: o dichiarare la bancarotta (in senso letterale) dell’ideale e della moneta o procedere verso la definitiva costruzione dell’Europa come Super-Stato con confini chiari e autorità centrali preposte ad ogni sorta di riscossione.
PULSIONI UNITARIE
Il tentativo dei governanti è proprio quello di innalzarsi, di costruire cartelli continentali per riacciuffare i mercati e riportarli nel loro alveo naturale, vale a dire sotto il loro controllo. L’Europa è uno stato sociale di dimensioni continentali, l’ultima ancora di salvataggio del pesantissimo welfare State creato dalle grandi nazioni europee negli ultimi decenni. Il progetto è in sintonia con gli interessi delle classi dirigenti europee, che per mezzo di questo elefantiaco apparato continentale pensano di poter gestire senza troppe scosse il declino economico del continente. Ma le scosse ci sono eccome e appaiono destinate a travolgere i progetti delle burocrazie illuminate. Nella seconda metà dell’Ottocento lo spirito del tempo era quello delle «unificazioni», dei consolidamenti continentali e della creazione di unità politiche sempre più vaste. Cavour, Lincoln, Bismarck avevano il vento della storia in poppa e i loro avversari sono stati spazzati via. Un secolo e mezzo dopo i rintocchi a morte stanno forse suonando per gli Stati nazionali, ma lo Zeitgeist indica ben altra via d’uscita che le mega strutture continentali: la frammentazione politica e l’unificazione economica. Ossia, l’Europa si salverà solo diventando una grande Svizzera e abbandonando il progetto che sta percorrendo: quello di una di una super-Italia.
di Luigi Marco Bassani
La crisi economica porterà a una frattura definitiva e a una federazione di Regioni.
L’Europa sta attraversando la più grave crisi dalla fine della Guerra. Un piccolo e periferico popolo si reca proprio in queste ore alle urne e il suo voto non potrà salvare né se stesso né la moneta unica, ma forse potrebbe procrastinare il disastro. L’attuale crisi è la resa dei conti su scala continentale del conflitto Stato/mercato che attraversa la politica dell’ultimo secolo. In Europa esiste, infatti, un forte pregiudizio antimercato, un sentimento anticapitalista poco articolato, da no global d’accatto, ma i cui latori principali (con variabili gradi di virulenza) sono proprio i governanti. Mentre le classi politiche al potere scavavano debiti pubblici colossali e mettevano a repentaglio il benessere dei vivi e dei nascituri, riuscivano anche a convincere i loro gonzi portatori di voti che la prosperità del continente era messa in pericolo da «ben altro». Gli Stati sociali europei avevano, infatti, il compito di salvare i cittadini dal «mercato», dagli scambi globalizzati, dal «capitale» e dalla sua inesorabile logica fondata sul profitto. In Europa prevale una visione alla Tremonti di un mercato utile solo se al servizio della politica, ma del tutto evidentemente questa concezione non porta crescita di sorta. Tutti gli equilibri territoriali a noi noti sono destinati ad essere messi in discussione dalla fine della crescita economica. Come i lettori di Libero hanno avuto modo di osservare, un paio di giorni or sono il Financial Times ha mostrato una cartina che rilanciava l’idea di un’Europa piccola e coesa come l’impero carolingio, e la potenza evocativa in Italia di una mappa del continente nella quale il Paese risultava spezzato in due ha procurato enorme pubblicità all’articolo.
L'ASSEGNO DA 11MILA
Indubitabilmente, in Italia coesistono realtà di tipo greco con aree (potenzialmente) assai più dinamiche della Germania e il confine fra queste realtà è puramente geografico. Tecnicamente Calabria, Sicilia, Campania e l’intero Meridione sarebbero fallite al pari della Grecia visto che la spesa pubblica è in queste zone stabilmente oltre il 70% del PIL (al contrario il rapporto in Lombardia si attesta sul 40%, più o meno come in Svizzera). Ciò che previene il fallimento è un solo fatto: ogni lavoratore lombardo stacca un assegno di circa 11.000 euro all’anno per finanziare il Meridione (anche gli altri lavoratori del Nord firmano un assegno per il Sud ogni anno, ma con una cifra assai più bassa). Eppure ormai anche la più selvaggia redistribuzione territoriale della storia non basta più. La riproposizione della cartina dell’Europa lotaringia indica un semplice fatto: di fronte alla crisi il processo di unificazione europea mostra la corda e insieme ad essa sorprendenti similitudini con la storia del nostro Paese. Insomma, l’Europa è una più grande Italia, con una non piccola differenza: i tedeschi non mostrano di avere alcuna intenzione di fare i lombardi di turno. E di fronte a quello che appare un ruolo in commedia già assegnato qualcuno rispolvera un’unità più piccola, coesa e soprattutto costituita da aree dove il fenomeno del parassitismo sarebbe assai contenuto. Ma il segreto della «Lotaringia» sta proprio nella sua frammentazione politica, non nell’unificazione. Quell’area che va da Firenze ad Anversa, passando per l’Italia del Nord, la Svizzera, la Francia orientale, la Germania sud-occidentale, il Belgio e l’Olanda è stata la patria della più grande rivoluzione della storia dell’umanità: quella che ha creato il mercato capitalistico, che a sua volta ha prodotto un aumento della ricchezza senza precedenti. Ma l’Europa di allora era una grande Svizzera, con centinaia di entità né sovrane, né pienamente autonome, attraverso le quali scambi e traffici non erano disciplinati da un’autorità superiore. La gloria e la ricchezza dell’Europa derivano in misura preponderante da un «non evento» di carattere politico: la mancata imperializzazione del continente. Carlo Magno, Carlo V, Napoleone, Hitler sono stati sconfitti e da questo è nata la nostra relativa libertà e l’enorme benessere di cui abbiamo goduto. L’Unione europea non è che la riedizione «democratica» di un tentativo nei secoli fallito. L’euro nasceva in un periodo di stallo sulla via unificazionista: usando uno strumento solo apparentemente economico, si voleva dare scacco alla politica. E così è stato. Il lancio di una moneta senza Stato voleva essere il volano per la creazione di un Super-Stato e per il rilancio del processo di unificazione europea. L’euro e la sua inevitabile crisi pongono quindi l’utopia europeista di fronte ad un bivio inaggirabile: o dichiarare la bancarotta (in senso letterale) dell’ideale e della moneta o procedere verso la definitiva costruzione dell’Europa come Super-Stato con confini chiari e autorità centrali preposte ad ogni sorta di riscossione.
PULSIONI UNITARIE
Il tentativo dei governanti è proprio quello di innalzarsi, di costruire cartelli continentali per riacciuffare i mercati e riportarli nel loro alveo naturale, vale a dire sotto il loro controllo. L’Europa è uno stato sociale di dimensioni continentali, l’ultima ancora di salvataggio del pesantissimo welfare State creato dalle grandi nazioni europee negli ultimi decenni. Il progetto è in sintonia con gli interessi delle classi dirigenti europee, che per mezzo di questo elefantiaco apparato continentale pensano di poter gestire senza troppe scosse il declino economico del continente. Ma le scosse ci sono eccome e appaiono destinate a travolgere i progetti delle burocrazie illuminate. Nella seconda metà dell’Ottocento lo spirito del tempo era quello delle «unificazioni», dei consolidamenti continentali e della creazione di unità politiche sempre più vaste. Cavour, Lincoln, Bismarck avevano il vento della storia in poppa e i loro avversari sono stati spazzati via. Un secolo e mezzo dopo i rintocchi a morte stanno forse suonando per gli Stati nazionali, ma lo Zeitgeist indica ben altra via d’uscita che le mega strutture continentali: la frammentazione politica e l’unificazione economica. Ossia, l’Europa si salverà solo diventando una grande Svizzera e abbandonando il progetto che sta percorrendo: quello di una di una super-Italia.
di Luigi Marco Bassani
18 giugno 2012
Prometheus, che delusione
Ieri sera sono andato a vedere il film Prometheus.
Grandissima delusione!
Un film senza capo ne coda, una trama ridicola, personaggi senza carattere, e non si salva neanche la stupenda Charlize Theron.
Visualmente il film e' bello, anche se le scene iniziali create appositamente per la versione 3D sono un po' lunghette e sembrano una pubblicita' promozionale per visitare l'Islanda.
Ma tutto il resto e' un mostruoso pastrocchio di scene, ripeto, senza capo ne coda, e con cosi tanti cliche' che a volte e' pure imbarazzante.
I protagonisti non hanno carattere; Il robot David, il capitano della nave spaziale, gli archeologi, Charliz Theron.
Gli effetti speciali? Boring, been there, done this, let's move on...
Che Ridley Scott sia un genio, nessun dubbio.
Ma credo che con questo film, abbia voluto fare troppo e ne e' uscito fuori un pasticcio, una specie di 2001: Odisea nello spazio che incontra Alien 1,2, e 3 che incontra District 9 che incontra Punto di non Ritorno....
Comunque grossa delusione e assolutamente niente di granche', checche' ne dicano i giornali italioti che come al solito sparano solo enormi stronzate.
Compito
Alcuni giorni fa il
Presidente del Consiglio, intervenuto ad un convegno a Palermo, ha testualmente
affermato: “Il rigore dei conti pubblici, lo dico a scanso di equivoci, non è
in discussione. Questa deve essere una convinzione radicata in tutti i paesi.
Dobbiamo essere grati a chi ha tracciato la strada. E’ il caso della Germania”.
Ed ha aggiunto: “Le istituzioni europee hanno agito in modo tardivo, miope e
unidirezionale”. Queste dichiarazioni meritano certamente alcuni commenti.
Ricordiamo che poco
più di sei mesi fa il Presidente della Repubblica diede l’incarico al professor
Monti di costituire un governo di tecnici con il preciso incarico di mettere in
atto tutto quanto da essi ritenuto necessario per far uscire l’Italia dalla
grave crisi nella quale si trova da vario tempo, crisi resa manifesta ed
aggravata dal continuo aumento dello “spread”. In definitiva si trattava di
favorire una ripresa dell’economia che ridesse fiducia agli investitori
internazionali, sia grazie ad un riordino dei conti pubblici sia grazio al
rilancio dei consumi e della produzione.
Il nuovo governo,
formato da esimi professori, banchieri, alti funzionari pubblici, tutti privi
di esperienze politiche, interpretò l’incarico come l’autorizzazione a
sperimentare sul corpo del paese strane teorie suggerite (o piuttosto quasi
imposte) dalla Germania, potenza egemone in Europa. Quindi venne assunto come
impegno prioritario il raggiungimento in tempi brevissimi del pareggio di
bilancio. E ciò attraverso un generalizzato e pesante aumento dell’imposizione
fiscale, cui peraltro non ha fatto riscontro alcun provvedimento di revisione
dell’enorme spesa pubblica, troppo spesso inutile e parassitaria.
Inoltre, come
dimostra la citazione del premier riportata in apertura, non fu possibile
ottenere dalla Cancelliera l’accettazione delle necessarie modifiche alla
struttura di un’area monetaria comune: nuovi più ampi poteri alla Banca
Centrale, emissione di bonds comunitari, immissione di liquidità nel sistema
per favorire lo sviluppo, eccetera. Peraltro, al fine di salvare alcuni paesi
il cui tracollo avrebbe potuto causare la fine dell’area euro, fu deciso, in
mancanza dei necessari interventi della Banca Centrale e della garanzia
comunitaria ai debiti sovrani dei paesi aderenti all’area, un importante
intervento finanziario dei singoli paesi. Per l’Italia il gravame fu di molte
decine di miliardi di euro, pur in presenza di un forte debito pubblico.
La cura, com’era
prevedibile anche dai comuni mortali, ma non dai nostri governanti “tecnici”,
più convinti delle teorie che studiosi della realtà (“val più la pratica della
grammatica” recita un notissimo proverbio) non fece che aggravare la malattia.
La crisi si trasformò rapidamente in aperta recessione e l’incremento delle
imposte si è tradotto in una seria diminuzione delle entrate fiscali,
conseguenza del fatto che le risorse del paese che produce e lavora vengono
sperperate per finanziare una spesa pubblica improduttiva e per gratificare le
mire egemoniche e tutt’altro che solidali della Germania.
In conclusione si
deve per forza constatare che il governo nominato dalla Presidenza della
Repubblica al di fuori delle norme costituzionali ed in nome della grave
emergenza ha completamente disatteso il compito affidatogli, ha dimostrato
totale incompetenza ed incapacità ed ha preferito seguire pedissequamente le
istruzioni di un governo straniero, disinteressandosi completamente di agire
nel solo ed esclusivo interesse del proprio paese.
La maestrina sarà
soddisfatta: il compito a casa è stato svolto esattamente come lei voleva, per
la maggior gloria ed il maggior benessere del Reich.
Il Bertoldo
16 giugno 2012
Prandelli persevera negli errori e il "biscotto" torna ad essere scandaloso
"Balotelli non ha la testa, talmente pieno di sé che gioca con sufficienza e continua ad addormentarsi su palle decisive. Cassano ha lo spunto ma non ha nelle gambe (e non può averla) la brillantezza che servirebbe a questi livelli."
"Adesso invece di ripensare agli errori, parleremo di "biscotto" per una settimana, facendo l'errore di considerare già vinta, una pura formalità, la partita con l'Irlanda (attenzione all'orgoglio ferito). Con incredibile faccia tosta Buffon si è già "switchato" in modalità indignato preventivo. Solo un paio di settimane fa diceva che in fondo non c'è niente di male che due squadre si facciano i loro conti, se a entrambe conviene il pareggio. Oggi torna ad essere scandaloso, un 2-2 sarebbe «etichetta di antisportività», da far «ridere l'Europa e il mondo». Complimenti per la coerenza."
Could not agree more.
Il resto del'articolo QUI
"Adesso invece di ripensare agli errori, parleremo di "biscotto" per una settimana, facendo l'errore di considerare già vinta, una pura formalità, la partita con l'Irlanda (attenzione all'orgoglio ferito). Con incredibile faccia tosta Buffon si è già "switchato" in modalità indignato preventivo. Solo un paio di settimane fa diceva che in fondo non c'è niente di male che due squadre si facciano i loro conti, se a entrambe conviene il pareggio. Oggi torna ad essere scandaloso, un 2-2 sarebbe «etichetta di antisportività», da far «ridere l'Europa e il mondo». Complimenti per la coerenza."
Could not agree more.
Il resto del'articolo QUI
15 giugno 2012
Nicole Minetti pornostar?
‘La politica mi ha stancato, meglio il porno’, dixit la suora di Arcore cum (excuse the pun) consigliere regionale della Lombardia .
Sicuramente una carriera piu' adatta.
Evviva la politica italiana.
La fine e l'inizio
La Reuter ha ottenuto il progetto di conclusioni per il vertice dell'UE del 28-29 giugno.
Il documento dice che c'e' una necessita' di rafforzare il settore bancario e l'integrazione fiscale, con un miglioramento della governance dell'Euro.
Straordinaria Europa. Questa e' la pubblicazione delle conclusioni di una riunione che iniziera' il 28 giugno, cioe' tra 15 giorni.
Capisco che la parte piu' importante di questi incontri e' il pranzo, ma questi sono i leader di 27 paesi diversi, sicuramente uno di loro potrebbe forse iniziare un dibattito dicendo qualcosa di interessante o originale? Per esempio che la crisi e' dovuta al cambiamento di stagioni, che il Lussemburgo dovrebbe essere cacciato via perche' e' un paese troppo ricco, o dibattere su quanti centimetri devono essere lunghi i citrioli...
Nope.
Ancora prima di incontrarsi hanno gia' deciso cosa dire, gia' tirato le conclusioni.
Alice nel Paese delle Meraviglie questi politici europei.
Il documento dice che c'e' una necessita' di rafforzare il settore bancario e l'integrazione fiscale, con un miglioramento della governance dell'Euro.
Straordinaria Europa. Questa e' la pubblicazione delle conclusioni di una riunione che iniziera' il 28 giugno, cioe' tra 15 giorni.
Capisco che la parte piu' importante di questi incontri e' il pranzo, ma questi sono i leader di 27 paesi diversi, sicuramente uno di loro potrebbe forse iniziare un dibattito dicendo qualcosa di interessante o originale? Per esempio che la crisi e' dovuta al cambiamento di stagioni, che il Lussemburgo dovrebbe essere cacciato via perche' e' un paese troppo ricco, o dibattere su quanti centimetri devono essere lunghi i citrioli...
Nope.
Ancora prima di incontrarsi hanno gia' deciso cosa dire, gia' tirato le conclusioni.
Alice nel Paese delle Meraviglie questi politici europei.
Metamorfosi dei commenti in soli 90 minuti
Sono sempre stato affascinato da come il commento a una partita riesca a cambiare nel giro di pochissimi minuti. Al termine del primo tempo di Italia-Croazia era tutto una stretta di mano, un darsi grandi pacche sulle spalle al grido di “siamo fortissimi”, “Prandelli un genio della tattica”, “visto che roba Pirlo?”, “abbiamo fatto dieci tiri in porta”, “’sti croati non sono niente di che, era l’Irlanda che era scarsa”, “d’altra parte Trapattoni…”, si dice ammiccanti. I tifosi delle singole squadre, poi: gli juventini a dire che “la Juve sta battendo la Croazia”, i romanisti orgogliosi della prova di De Rossi, i napoletani a esaltarsi per Maggio. Unica pecca, Balotelli, “da sostituire”. Poi basta un salto a vuoto di Chiellini, e di colpo tutti a dire che Balotelli non andava sostituito, che “con quei due nani là davanti che cosa vuoi fare”, “’sti croati sono fortissimi”, che Prandelli non capisce nulla (“allenava la Fiorentina”, si dice ammiccanti) e che comunque la Nazionale è scarsissima. E poi tutti a tifare Trapattoni.
di Jack O'Malley © - FOGLIO QUOTIDIANO
Quando il calcio riesce ad emozionare
Ed e' per questo che dico da sempre che l'Irlanda e' una grande nazione e il suo popolo il piu' simpatico d'Europa.
Mentre la squadra di calcio gioca i suoi ultimi minuti in questo campionato d'Europa di prime donne, i suoi tifosi cominciano a cantare il famoso inno popolare sportivo "The Fields of Athenry (I campi di Athenry).
E lo fanno per ben 5 minuti.
Commovente, un grande momento sportivo, respect to Ireland!
Mentre la squadra di calcio gioca i suoi ultimi minuti in questo campionato d'Europa di prime donne, i suoi tifosi cominciano a cantare il famoso inno popolare sportivo "The Fields of Athenry (I campi di Athenry).
E lo fanno per ben 5 minuti.
Commovente, un grande momento sportivo, respect to Ireland!
Paese di incivili, popolo di imbecilli
Il paese sta per sprofondare in un abisso, anzi un continente intero.
In Italia c'e' un Governo usurpatore, eletto da nessuno, sopportato da una casta sempre piu' indecente, e che impone un regime che massacra e uccide il paese.
In un qualsiasi altro paese la gente sarebbe per strada e comunque a chiedere la fine di tutto questo circo.
In Italia? Guarda la partita....
"...duas tantum res anxius optat, panem et circenses."
E proprio vero che l'Italiano e' un popolo di vigliacchi incivili e imbecilli.
In Italia c'e' un Governo usurpatore, eletto da nessuno, sopportato da una casta sempre piu' indecente, e che impone un regime che massacra e uccide il paese.
In un qualsiasi altro paese la gente sarebbe per strada e comunque a chiedere la fine di tutto questo circo.
In Italia? Guarda la partita....
"...duas tantum res anxius optat, panem et circenses."
E proprio vero che l'Italiano e' un popolo di vigliacchi incivili e imbecilli.
14 giugno 2012
Chiquita banana
Dal sito italiano della Chiquita Brands International Inc., multinazionale leader nella produzione e commercializzazione di banane...
Brilliant!
Non ci sono piu' scialuppe di salvataggio per il Titanic UE
"100 miliardi sono messi a disposizione della Spagna e il 20% di questo montante deve venire dall'Italia e secondo gli accordi, gli italiani devono prestare alle banche spagnole al 3% ma per trovare questi soldi l'Italia deve indebitarsi sul mercato internazionale al 7%. Un vero colpo di genio, non c'è che dire."
Nigel Farage e' l'unico deputato onesto rimasto in quell'emiciclo di buffoni.
Nigel Farage e' l'unico deputato onesto rimasto in quell'emiciclo di buffoni.
Bestemmia veneta
Il dialetto veneto, una lingua ricca di significati....
Prendiamo per esempio la parola Por*o Dio oppure Dio C*n.
Tutto dipende dalle intonazioni che si danno.
Al passaggio di una bella ragazza: D.C. = Quale stupenda creatura!
In risposta alla domanda "sei sicuro?": D.C. = Ne ho l'assoluta certezza.
Di fronte ad un avvenimento particolarmente sfortunato (gomma bucata, passaggio a livello chiuso quando si e' gia' in ritardo, ecc.): D.C. = Sono oltremodo disgustato dal verificarsi di questa improbabile coincidenza.
Commento al resoconto di un'impresa particolarmente ardita di un amico (tipico: conquista di una ragazza): D.C. = Il mio stupore e la mia ammirazione per te hanno raggiunto livelli inimmaginabili.
In risposta alla domanda "ma dovevi proprio comportarti in quel modo?": D.C. = Cos'altro avrei potuto fare, data la situazione?
Di fronte ad un interlocutore che accampa scuse poco credibili: D.C. = Non raccontarmi queste fandonie, non sono nato ieri.
Come rafforzativo di una richiesta: Dove hai messo quel P.D. di un martello? oppure: Nane, D.C., dov'e' il martello?
In sostituzione di vocaboli che al momento non sovvengono: Gigi, passami il P.D. che svito questo bullone.
Ovviamente tutti questi usi possono essere messi in combinazione tra loro generando frasi altamente incomprensibili per un non esperto. Ecco ad esempio un dialogo tra idraulici:
Toni: "D.C. Bepi, el P.D. qua spande ancora acqua! No te o gavevi giusta', D.C.?" (Mannaggia Bepi, che sventura! Il tubo qui perde ancora! Mi sembrava che tu l'avessi aggiustato! L'avevi aggiustato bene?) Bepi: "P.D.!" (Certamente! Perche' metti in dubbio le mie capacita'?) Toni: "D.C., passame el P.D. che ghe dago mi 'na sistemada... Ciapa, D.C., varda che lavoretto!" (Non raccontarmi fandonie, il fatto e' che perde ancora! Passami piuttosto la chiave inglese che lo sistemo io... ecco, guarda bene che bel lavoro ho fatto!) Bepi: "D.C.!" (Ammirevole davvero! Devo riconoscere la tua maggiore esperienza in lavori di questo genere.)
Prendiamo per esempio la parola Por*o Dio oppure Dio C*n.
Tutto dipende dalle intonazioni che si danno.
Al passaggio di una bella ragazza: D.C. = Quale stupenda creatura!
In risposta alla domanda "sei sicuro?": D.C. = Ne ho l'assoluta certezza.
Di fronte ad un avvenimento particolarmente sfortunato (gomma bucata, passaggio a livello chiuso quando si e' gia' in ritardo, ecc.): D.C. = Sono oltremodo disgustato dal verificarsi di questa improbabile coincidenza.
Commento al resoconto di un'impresa particolarmente ardita di un amico (tipico: conquista di una ragazza): D.C. = Il mio stupore e la mia ammirazione per te hanno raggiunto livelli inimmaginabili.
In risposta alla domanda "ma dovevi proprio comportarti in quel modo?": D.C. = Cos'altro avrei potuto fare, data la situazione?
Di fronte ad un interlocutore che accampa scuse poco credibili: D.C. = Non raccontarmi queste fandonie, non sono nato ieri.
Come rafforzativo di una richiesta: Dove hai messo quel P.D. di un martello? oppure: Nane, D.C., dov'e' il martello?
In sostituzione di vocaboli che al momento non sovvengono: Gigi, passami il P.D. che svito questo bullone.
Ovviamente tutti questi usi possono essere messi in combinazione tra loro generando frasi altamente incomprensibili per un non esperto. Ecco ad esempio un dialogo tra idraulici:
Toni: "D.C. Bepi, el P.D. qua spande ancora acqua! No te o gavevi giusta', D.C.?" (Mannaggia Bepi, che sventura! Il tubo qui perde ancora! Mi sembrava che tu l'avessi aggiustato! L'avevi aggiustato bene?) Bepi: "P.D.!" (Certamente! Perche' metti in dubbio le mie capacita'?) Toni: "D.C., passame el P.D. che ghe dago mi 'na sistemada... Ciapa, D.C., varda che lavoretto!" (Non raccontarmi fandonie, il fatto e' che perde ancora! Passami piuttosto la chiave inglese che lo sistemo io... ecco, guarda bene che bel lavoro ho fatto!) Bepi: "D.C.!" (Ammirevole davvero! Devo riconoscere la tua maggiore esperienza in lavori di questo genere.)
13 giugno 2012
11 giugno 2012
Unione europea. €100 miliardi di idiozie
E il Primo Ministro spagnolo che prima di imbarcarsi per Gdansk (e i suoi ministri per Parigi) ha dichiarato alla stampa che era un grande giorno per l'Europa..
Ma quando capiranno che i tumori si possono curare solo asportando le parti malate. Non spalmando una pomata....
Umbelievable.
Stiglitz: il piano di salvataggio della Spagna sarà un fallimento totale
Ma quando capiranno che i tumori si possono curare solo asportando le parti malate. Non spalmando una pomata....
Umbelievable.
Stiglitz: il piano di salvataggio della Spagna sarà un fallimento totale
Django Unchained
Il prossimo film del genio Quentin Tarantino.
Avra' nel suo cast Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo Dicaprio, e poi ancora Kerry Washington, Samuel L. Jackson, James Remar, Don Johnson, Franco Nero, Walton Goggins, Bruce Dern, M.C. Gainey, RZA, Tom Savini, Michael Bacall, Dennis Christopher e Laura Cayouette.
Can't wait!
Avra' nel suo cast Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo Dicaprio, e poi ancora Kerry Washington, Samuel L. Jackson, James Remar, Don Johnson, Franco Nero, Walton Goggins, Bruce Dern, M.C. Gainey, RZA, Tom Savini, Michael Bacall, Dennis Christopher e Laura Cayouette.
Can't wait!
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