31 ottobre 2006
Come le nebbie d'autunno....
Ci risiamo! Puntuale come le nebbie d'autunno, ecco la magistratura italiana intervenire negli affari politici del paese.
Non appena Berlusconi attacca il governo, subito appare il magistrato protagonista con qualche accusa ridicola.
Semplicemente vergognoso e scandaloso!
30 ottobre 2006
Sepp Blatter insulta, l’Italia acconsente.
Che “Sepp” Blatter fosse un coglione, lo si era capito da tempo.
Sopratutto dopo il suo vergognoso atteggiamento nei confronti dei nostri giocatori agli ultimi mondiali.
Sabato, in un intervista al canale di televisione australiano SBS, ha detto che il rigore concesso contro l’Italia era un errore e che l’Australia meritava di vincere la partita.
Ha poi detto che Marco Bresciano avrebbe dovuto commettere il fallo fuori dall’area e cosi evitare a O’Neill di buttarsi disperatamente contro Fabio Grosso e concedere il rigore. E questo era dovuto alla poca esperienza dei “Socceroos”. Poi ha presentato le sue scuse alla Federazione Australiana.
Quell’uomo e’ impazzito e queste sue dichiarazioni, tra l'altro contraditorie, sono l’ennesima prova del suo odio nei confronti del nostro paese.
Ancora piu’ incredibile, la mancanza di reazioni dai vertici della FIGC. A parte Gigi Riva , nessuno dice niente. D’altronde dopo i danni commessi dal sinistro Guido Rossi (e grande amico di Blatter) alla testa della Federazione non e’ che ci si possa aspettare tanto.
29 ottobre 2006
Si puo' fare satira sui musulmani?
Dal blog di Saura Plesio , un bellissimo articolo molto interessante.
28 ottobre 2006
Un bagno per l'Onorevole Guadagno.
Ecco i fatti.
L'Onorevole Elisabetta Gardini si trova di fronte, nel bagno delle donne, l'Onorevole Guadagno aka Vladimir Luxuria.
E gli dice:" Tu sei un uomo, non puoi stare qui: devi andare in quello degli uomini ".
La replica di Guadagno:"Come sempre sono andata nel bagno riservato alle donne. Uscendo mi sono trovata davanti Elisabetta Gardini, un po' agitata, che mi ha apostrofato. All'inizio, per la verita' pensavo che scherzasse, poi mi sono resa conto che non era cosi'. Che faceva sul serio. Ma io, che devo fare? Io vado nei bagni del sesso del quale mi sento. Se andassi in quello degli uomini, credo proprio che metterei in imbarazzo i colleghi maschi."
Evidentemente subito scoppia la polemica anche perche' l'Onorevole Guadagno non perde mai un occasione per fare parlare di se'.
Ma dico, l'Onorevole Guadagno e' un uomo, cioe' tra le gambe ha un "pisello" (excuse my french....) E poco importa cosa si sente dentro lui. Quando va in un bagno pubblico deve andare in quello degli uomini perche' cosi si fa' quando tra le gambe si ha tale atrezzo. Comunque non stupisce da un rappresentante di un partito che pochi giorni prima ha intitolato la sala del suo ufficio di Presidenza al Senato a un teppista.
E se volete sapere dove andra' a fare la pipi adesso il nostro Onorevole trans, "il bagno della sacrestia" gli e' stato messo a disposizione dal prete no global don Vitaliano Della Sala.....
L'Onorevole Elisabetta Gardini si trova di fronte, nel bagno delle donne, l'Onorevole Guadagno aka Vladimir Luxuria.
E gli dice:" Tu sei un uomo, non puoi stare qui: devi andare in quello degli uomini ".
La replica di Guadagno:"Come sempre sono andata nel bagno riservato alle donne. Uscendo mi sono trovata davanti Elisabetta Gardini, un po' agitata, che mi ha apostrofato. All'inizio, per la verita' pensavo che scherzasse, poi mi sono resa conto che non era cosi'. Che faceva sul serio. Ma io, che devo fare? Io vado nei bagni del sesso del quale mi sento. Se andassi in quello degli uomini, credo proprio che metterei in imbarazzo i colleghi maschi."
Evidentemente subito scoppia la polemica anche perche' l'Onorevole Guadagno non perde mai un occasione per fare parlare di se'.
Ma dico, l'Onorevole Guadagno e' un uomo, cioe' tra le gambe ha un "pisello" (excuse my french....) E poco importa cosa si sente dentro lui. Quando va in un bagno pubblico deve andare in quello degli uomini perche' cosi si fa' quando tra le gambe si ha tale atrezzo. Comunque non stupisce da un rappresentante di un partito che pochi giorni prima ha intitolato la sala del suo ufficio di Presidenza al Senato a un teppista.
E se volete sapere dove andra' a fare la pipi adesso il nostro Onorevole trans, "il bagno della sacrestia" gli e' stato messo a disposizione dal prete no global don Vitaliano Della Sala.....
I pensieri di Augusto - Immigrazione: Il principio della "porta rotante"
Un articolo di Augusto Fei
Il Ministro degli Interni – ritenuto una delle menti più lucide del governo attuale –ha proposto una sua originale soluzione per ridurre il numero dei clandestini nel nostro paese.
La soluzione sarebbe quella di attribuire un premio in denaro a coloro che accetterebbero pacificamente il rimpatrio. Tralasciando la considerazione che i clandestini dovrebbero essere rimpatriati e basta, in quanto violano la nostra legge, e quindi debbono subirne le conseguenze, a noi sembra che questa soluzione – che fra l’altro costerebbe al contribuente italiano, che già paga per mantenere le forze di polizia, la magistratura, le capitanerie ecc. che dovrebbero occuparsi direttamente del problema – sia stata ispirata dal principio della “porta rotante” in funzione in molti alberghi od in certi uffici e centri commerciali. Si entra da una parte e poi, se non si sta attenti o lo si vuole esplicitamente, ci si ritrova nuovamente fuori.
In fondo con questa trovata sicuramente molto astuta e “lucida”, si potrebbero risolvere i problemi occupazionali dei clandestini stessi, e senza ricorrere al “nero”. Basterebbe infatti che, dopo aver accettato l’incentivo ed essere rimpatriato, il soggetto si ripresentasse nuovamente come clandestino per riscuotere un nuovo incentivo e così via. Sarebbe anche possibile per gli scafisti emettere biglietti di andata e ritorno, prepagati dalle nostre autorità, o addirittura, per i più volonterosi, emettere degli abbonamenti. In definitiva, si sarebbe eliminata l’occupazione in “nero” e si potrebbe addirittura regolarizzare l’attività degli scafisti, con tariffe concordate eccetera eccetera.
Solo i più beceri sostenitori delle attuali normative non apprezzerebbero la brillantezza di questa trovata, che influenzerebbe anche il benessere economico generale del paese, favorirebbe il mantenimento dell’ordine pubblico e renderebbe più pacifica la convivenza con gli immigrati.
27 ottobre 2006
L'imam macellaio giustifica lo stupro
Il mufti della moschea di Sydney e uno degli Imam piu anziani dell' Australia ha detto ieri che le donne che non portano il velo sono come della carne cruda e un invito allo stupro. Durante un sermone sull’adulterio alla moschea di Sydney, l’Imam Sheik Taj Din al-Hilali ha detto: “ Se prendete della carne cruda e la mettete scoperta sulla strada, o in un giardino, o in un parco e vengono i gatti e la mangiano, di chi e’ la colpa, dei gatti o della carne scoperta? La carne scoperta e’ il problema!” Ha poi continuato: “ Se la donna fosse nella sua stanza, a casa sua con il suo “hijab” (velo islamico) non ci sarebbero problemi. Le donne sono l’arma di satana per controllare gli uomini”
E terrificante, perche’ non si tratta di uno qualsiasi ma dell' imam piu’ importante dell’Australia e sopratutto perche’ questa era la tesi principale del suo sermone.
Ancora piu’ terrificante perche’ secondo la logica di questo demente imbecille che sembra avere dimenticato che siamo nel 21esimo secolo e non nel medioevo, l’uomo e’ una bestia che non sa controllarsi e la donna un target legittimo per qualsiasi tipo di violenza se non e’ in una stanza coperta dal suo “hijab”.
Cosi dopo l’imam coglione di Segrate che si permette di praticamente lanciare una fatwa in diretta contro una deputata della repubblica che ha avuto il coraggio di dire quello che pensava, ecco l’imam macellaio che paragona le donne a della carne cruda e giustifica lo stupro.
E poi c’e' chi dice che l’islam e’ una religione tollerante. Non lo so quanti esempi dovremo ancora avere prima di capire che e’ invece esattamente il contrario.
26 ottobre 2006
E Carlo Giuliani divento' martire
Questa sinistra che in pochi mesi ha reso tutti gli italiani ricchi e "felici" prosegue per la sua strada senza nessuna vergogna. Ormai stuprare, rubare, addirittura uccidere sono considerati piccoli accadimenti: dopo poco si è di nuovo fuori per poter ricominciare a delinquere. Per colpa di chi?
Si confonde il difensore della giustizia con colui che delinque. Continuando così rivaluteremo anche le brigate rosse. Diremo che erano dei ragazzacci che avevano esagerato e che addirittura avevano dei buoni propositi.
Stiamo precipitando nel nuovo medioevo
La notizia che Rifondazione Comunista ha intitolato la sala dell'ufficio di Presidenza del gruppo del Prc al Senato a Carlo Giuliani e' semplicemente una vergogna e riempie di rabbia e disgusto.
Carlo Giuliani, ricordiamo, e' quel giovane "pacifista" che durante gli incidenti di Genova nel 2001, incidenti organizzati e voluti dalla sinistra per imbarazzare l'allora capo del governo Silvio Berlusconi, tento' di colpire con il lancio di un estintore (!) alcuni carabinieri feriti che stavano seduti all'interno di una vettura.
Cosi la giustificazione del capogruppo dei comunisti al Senato, Giovanni Russo Spena: "Carlo Giuliani era uno dei tantissimi giovani che si battono per modificare lo stato delle cose ed è stato vittima delle inaudite e immotivate violenze scatenate il 20 e 21 luglio 2001 da alcune frange delle forze dell'ordine"
Dunque secondo la logica di questi sinistri dementi, gli atti vandalici e violenti vanno esaltati, tentare di uccidere un carabiniere ferito e' giustificabile se l'intento e' quello di migliorare la societa' "...si battono per modificare lo stato delle cose", pero' un carabiniere non puo' difendersi, perche' il suo atto di difesa e' considerato "violenza immotivata".
Scusate devo andare a vomitare.
Poi vorrei fare un'altra segnalazione.
Sul sito www.indymedia.org.uk , riconducibile ai no global italiani, sono stati pubblicate le schede dettagliate di tutti i poliziotti coinvolti negli scontri del G8 di Genova. comprese le foto segnaletiche e dove vivono. I no global mettono cosi' a repentaglio il loro lavoro e la loro vita. Ma chi avra' dato loro queste informazioni?
25 ottobre 2006
Gli ANmici di Flavio
Ringrazio l'amico Carlo Emilio Ferri per questa segnalazione.
Oggi sul corriere delle tenebri ho notato a pag 26 un intera pagina pubblicitaria comprata per celebrare Flavio Briatore e la sua vittoria in F1 da alcune persone (amici). Il body dice:
Renault F1 Team Campione del Mondo 2006…..Team Manager Flavio Briatore…Un Altro Italiano Campione del Mondo Bravo Flavio!
(firmato da) Canio, Daniela, Marco, Paolo, Ignazio, Laura, Emilio, Gianluca, Tommaso, Raffaella.
I nomi Daniela ed Ignazio hanno attirato la mia attenzione e li ho combinati ai cognomi Santanchè e La Russa. Mi è tornata in mente quella intervista di Briatore che è stato ospite della trasmissione di Lucia Annunziata 'in 1/2 h' in onda su Raitre dove ha descritto il suo stile di vita, modello Billionaire. Senza escludere una sua entrata futura in politica.
Ho pensato: vedi, vedi che Briatore si candida per AN sponsorizzato dalla Santanchè (nata in provincia di Cuneo) e La Russa! Possibile?
Il passato di Briatore è intrigante: nato a Verzuolo in provincia di Cuneo. Dopo aver fatto il piazzista di polizze assicurative a Saluzzo e dintorni, esordì nel mondo dell'imprenditoria a Cuneo, collaborando con un finanziere locale e costruttore edile, Attilio Dutto, che aveva rilevato la Paramatti vernici, ex azienda di Michele Sindona. Il 21 marzo del 1979, Attilio Dutto venne assassinato a Cuneo con una bomba collegata all'accensione della sua auto (l'omicidio fece un grosso scalpore nella tranquilla cittadina piemontese); la verità su quel botto del 1979 non si è mai saputa, ma si dice che avesse pestato i piedi in Costa Azzurra a qualcuno di importante.
Da questo momento, però, comincia l'escalation di Briatore. Briatore si spostò a Milano dove iniziò a frequentare la Borsa. Lì conobbe Achille Caproni (Caproni Aeroplani) e divenne consulente della Cgi (Compagnia generale industriale), sua holding. Poco dopo, la Paramatti,acquistata nel frattempo da Caproni sotto consiglio dello stesso Briatore, ebbe un "crac" e il pacchetto azionario della Cgi fu venduto alla statale Efim. Diverse società del gruppo fallirono, gli operai finirono in cassa integrazione e banche e creditori rimasero con un buco di 14 miliardi di lire. (mi sembra che ci fu anche una condanna per bancarotta) Briatore fu in seguito condannato in primo grado ad 1 anno e 6 mesi a Bergamo e a 3 anni a Milano. Fu accusato infatti di essere a capo di quello che i giudici chiamarono il gruppo di Milano che aveva il delicato compito di agganciare clienti di fascia alta e di truffarli. L'attività si interruppe con una retata, una serie di arresti, un'inchiesta giudiziaria ed un paio di processi che coinvolsero tra gli altri Emilio Fede, assolto per insufficienza di prove. A cadere nella rete furono alcuni nomi importanti tra cui l'imprenditore Teofilo Sanson, il cantante Pupo, l'armatore Sergio Leone, l'ex vicepresidente di Confindustria Renato Buoncristiani e l'ex presidente di Confagricoltura Giandomenico Serra. Briatore non fece un solo giorno di carcere poiché si rifugiò per tempo a Saint Thomas, nelle Isole Vergini e NYC e contatti mai chiariti con star quali John Gambino o Genovese, per poi tornare in Italia dopo un'amnistia. L'amicizia con Luciano Benetton gli permise, nonostante la latitanza, di aprire alle Isole Vergini qualche negozio Benetton e poi di fare rapidamente carriera nel gruppo di manager dell'azienda di Ponzano Veneto con la scuderia Benetton di Formula 1, creata nel 1986 e arriviamo ai giorni nostri…
Potrebbe AN candidare un uomo certamente in gamba ma con un passato abbastanza “inquietante”? Continuando con questa piccola investigazione, scopro che il “Caio” è Caio Mazzero, imprenditore farmaceutico marito della Santanchè. Ricerco Caio e Briatore e trovo un'interessante notizia dal Il Portale del Libero farmacista dove si ipotizzano dei conflitti d’interesse tra il marito della Santanchè, le COOP e il Decreto Bersani. Oppure dovremmo aspettarci un nuovo partito con lobby trasversale: politica (AN –Santanchè/ La Russa), Gossip (Lele Mora e tutto il mondo patinato) e imprenditoria (Briatore, Matteo Cambi (Guru), Tom Barrack -Real Estate-, Caio etc)?
Quanto ipotizzato potrebbe essere soltanto una vaga congettura.......
Oggi sul corriere delle tenebri ho notato a pag 26 un intera pagina pubblicitaria comprata per celebrare Flavio Briatore e la sua vittoria in F1 da alcune persone (amici). Il body dice:
Renault F1 Team Campione del Mondo 2006…..Team Manager Flavio Briatore…Un Altro Italiano Campione del Mondo Bravo Flavio!
(firmato da) Canio, Daniela, Marco, Paolo, Ignazio, Laura, Emilio, Gianluca, Tommaso, Raffaella.
I nomi Daniela ed Ignazio hanno attirato la mia attenzione e li ho combinati ai cognomi Santanchè e La Russa. Mi è tornata in mente quella intervista di Briatore che è stato ospite della trasmissione di Lucia Annunziata 'in 1/2 h' in onda su Raitre dove ha descritto il suo stile di vita, modello Billionaire. Senza escludere una sua entrata futura in politica.
Ho pensato: vedi, vedi che Briatore si candida per AN sponsorizzato dalla Santanchè (nata in provincia di Cuneo) e La Russa! Possibile?
Il passato di Briatore è intrigante: nato a Verzuolo in provincia di Cuneo. Dopo aver fatto il piazzista di polizze assicurative a Saluzzo e dintorni, esordì nel mondo dell'imprenditoria a Cuneo, collaborando con un finanziere locale e costruttore edile, Attilio Dutto, che aveva rilevato la Paramatti vernici, ex azienda di Michele Sindona. Il 21 marzo del 1979, Attilio Dutto venne assassinato a Cuneo con una bomba collegata all'accensione della sua auto (l'omicidio fece un grosso scalpore nella tranquilla cittadina piemontese); la verità su quel botto del 1979 non si è mai saputa, ma si dice che avesse pestato i piedi in Costa Azzurra a qualcuno di importante.
Da questo momento, però, comincia l'escalation di Briatore. Briatore si spostò a Milano dove iniziò a frequentare la Borsa. Lì conobbe Achille Caproni (Caproni Aeroplani) e divenne consulente della Cgi (Compagnia generale industriale), sua holding. Poco dopo, la Paramatti,acquistata nel frattempo da Caproni sotto consiglio dello stesso Briatore, ebbe un "crac" e il pacchetto azionario della Cgi fu venduto alla statale Efim. Diverse società del gruppo fallirono, gli operai finirono in cassa integrazione e banche e creditori rimasero con un buco di 14 miliardi di lire. (mi sembra che ci fu anche una condanna per bancarotta) Briatore fu in seguito condannato in primo grado ad 1 anno e 6 mesi a Bergamo e a 3 anni a Milano. Fu accusato infatti di essere a capo di quello che i giudici chiamarono il gruppo di Milano che aveva il delicato compito di agganciare clienti di fascia alta e di truffarli. L'attività si interruppe con una retata, una serie di arresti, un'inchiesta giudiziaria ed un paio di processi che coinvolsero tra gli altri Emilio Fede, assolto per insufficienza di prove. A cadere nella rete furono alcuni nomi importanti tra cui l'imprenditore Teofilo Sanson, il cantante Pupo, l'armatore Sergio Leone, l'ex vicepresidente di Confindustria Renato Buoncristiani e l'ex presidente di Confagricoltura Giandomenico Serra. Briatore non fece un solo giorno di carcere poiché si rifugiò per tempo a Saint Thomas, nelle Isole Vergini e NYC e contatti mai chiariti con star quali John Gambino o Genovese, per poi tornare in Italia dopo un'amnistia. L'amicizia con Luciano Benetton gli permise, nonostante la latitanza, di aprire alle Isole Vergini qualche negozio Benetton e poi di fare rapidamente carriera nel gruppo di manager dell'azienda di Ponzano Veneto con la scuderia Benetton di Formula 1, creata nel 1986 e arriviamo ai giorni nostri…
Potrebbe AN candidare un uomo certamente in gamba ma con un passato abbastanza “inquietante”? Continuando con questa piccola investigazione, scopro che il “Caio” è Caio Mazzero, imprenditore farmaceutico marito della Santanchè. Ricerco Caio e Briatore e trovo un'interessante notizia dal Il Portale del Libero farmacista dove si ipotizzano dei conflitti d’interesse tra il marito della Santanchè, le COOP e il Decreto Bersani. Oppure dovremmo aspettarci un nuovo partito con lobby trasversale: politica (AN –Santanchè/ La Russa), Gossip (Lele Mora e tutto il mondo patinato) e imprenditoria (Briatore, Matteo Cambi (Guru), Tom Barrack -Real Estate-, Caio etc)?
Quanto ipotizzato potrebbe essere soltanto una vaga congettura.......
24 ottobre 2006
Con entusiasmo si riparte da Vicenza
Un resoconto di cosa e' stata la grande manifestazione di Vicenza sul blog di Krysalis. Ricevo poi questo mail che mi sembra importante pubblicare, per fare capire a tutti gli italiani come me che vivono oltreoceano, quello che sta veramente succedendo in Italia e il pericolo di questa sinistra intenta a distruggere il nostro paese.
Caro Mango,
qualcuno mi ha chiesto che aria ho respirato a Vicenza, in occasione della manifestazione del centrodestra veneto contro la Finanziaria 2007 Ho detto che dipende dai punti di vista. Se parliamo dell’opposizione il momento è buono, nonostante i Casini che le capitano tra i piedi. Tutti i sondaggi danno la Cdl in netto vantaggio sulla sinistra, con una robusta crescita di Forza Italia (secondo l’ultima rilevazione di Euromedia sarebbe attorno al 29%). Al Senato la maggioranza quasi non esiste più, le beghe interne la stanno facendo implodere. Ma se pensiamo al Paese, alla nostra Italia, caro Mango, la situazione è allarmante. Nella piazza vicentina ho percepito rabbia, tanta rabbia. Composta sì, ma pur sempre rabbia. Non c’era nessuna claque organizzata, a meno che 15000 persone possano essere considerate una semplice claque. C’erano proprio tutti. Tutti i ceti.
Arrabbiati, anzi, incazzati neri contro la compagnia delle Mortadelle. In Italia sta montando un diffuso malcontento, siamo tutti preoccupati. Questo Governo sta tagliando le gambe a qualsivoglia timido segnale di crescita. I risparmiatori sono spaventatati, per non parlare dell’amarezza dei commercianti, degli artigiani, degli industriali. E che dire poi del pubblico impiego? Anche i lavoratori dipendenti pagheranno più tasse. Io ho percepito un clima greve, ho toccato con mano il pericolo che questa rabbia possa debordare e sfociare in atti di violenza. Non sto esagerando, credimi. Spero solo che il Governo delle tasse non vada sino in fondo. Perché la nostra gente non ce la può fare a sopportare ancora questo strazio statalista. Viceversa, la protesta sempre più accesa comincerà a farsi strada. A partire dal nord – est per poi diffondersi a tutto il Paese. Diciamo che Vicenza è stato solo l’assaggio.
Kyle
23 ottobre 2006
21 ottobre 2006
Al Senatore Randazzo non mando a dire
Ho recentemente avuto l’occasione di leggere sulla stampa italo-autraliana uno scritto in libertà del Senatore della Repubblica Nino Randazzo, eletto nella circoscrizione estera Asia-Africa-Oceania, e confesso che mi riesce difficile esprimere un giudizio sul suo pensiero, anche perché innanzitutto è necessario che il testo sia comprensibile e ragionevolmente governato da qualche filo logico. Ovviamente, non si chiede ad un Senatore della Repubblica residente all’estero - almeno così racconta - di essere un ferreo cartesiano, ma forse qualche cosina in più ci si potrebbe aspettare, quantomeno in termini di chiarezza.
Attraverso le sue dichiarazioni, il “sullodato” Senatore catechizza i suoi elettori australi in modo alquanto ripetitivo e dunque non particolarmente brillante, ricorrendo alle normali banalità che a sinistra sembrano stampate a mò di ciclostile e ad esclusivo uso di iscritti inconsapevoli ed incapaci di comprendere. Si tratta sia di contenuti sociali - emerge evidente l’aspetto sociale, conseguenza dell’aumento della pressione fiscale - che lui teatralmente nega, sia di gravi conseguenze economiche e finanziarie scaturenti dalla legge finanziaria, e che lui nega ancora. Tenace. Il Senatore Randazzo afferma, sentenzia, dà per profittevole ogni passo dei provvedimenti del Prode Salam, senza portare il benché minimo straccio di prova a sostegno dei suoi arditi “ragionamenti”, ammesso e non concesso che li si possa chiamare così. Poi, appare alquanto strano quanto egli riferisce circa la sua soddisfazione in merito alla proposta di colpire chi non paga le tasse, poiché guarda caso personalmente non è soggetto ad alcuna imposizione fiscale su territorio nazionale. Insomma, chissenefrega, io sono salvo e tanto le tasse le pagano gli altri.
Vediamo alcuni suoi passaggi chiave: “la finanziaria dai contorni chiari, regole moderate, tagli ragionevoli e sostenibili ed obbiettivi precisi”. Si sarà dimenticato di sentire le massaie, qualche commerciante al dettaglio, qualche falegname ed anche Montezemolo? Non c’è che dire, ha perfettamente mandato a memoria la lezioncina stampata sul solito foglietto che gli avranno infilato in tasca. E’ o non è intruppato fra coloro che alle Frattocchie ne inventano una al giorno?
Poi, l’emerito Senatore della Repubblica si preoccupa di assicurare che la maggioranza è solidissima, benché anche da ultimo sembra che abbia scordato - ancora - di dare una sbirciatina agli autorevolissimi The WSJ, The Economist ed anche il Financial Times: dal principio del mese hanno suonato le campane a morto a tutto beneficio del governo dell’anzidetto Salam. Dunque, se lo dicono loro, a noi ci tocca stare zitti zitti. Ricordate anche voi quando tuonavano contro il Gran Moghul di Arcore? Mah!? Sembra se ne siano dimenticati in fretta. Oggigiorno gli “autorevoli quotidiani esteri” non valgono nemmeno un fico secco.
La perla delle perle sta nella sua previsione, anzi nell’annuncio dell’ormai prossimo passaggio di alcuni membri dell’opposizione tra le fila della sinistra. Ebbene, lo sanno anche le marmotte del Südtirol che al Senato la cosiddetta maggioranza è tale solo per il filo d’un unico voto e si regge in piedi, si fa per dire, col sostegno della pattuglia geriatrica del Senato, intendo quelli a vita, se non l’avete capito. Sempreché, un colpo di tosse non mandi qualcuno in sala rianimazione. Mi pare del tutto superfluo parlare di richiamo alla decenza, ovvero, che la smetta di raccontare balle sinistre ai suoi elettori d’Oltreoceano.
Che dire? Ah, sì, Lenin affermava che in ogni rivoluzione sono necessari degli “utili idioti”: pare sommamente probabile che non rientri in quelle previsioni il caso di questo Senatore che viene dall’Australia. Che egli sia poco utile l’abbiamo capito, che sia anche qualcos’altro, pure.
20 ottobre 2006
Un Italia sempre piu' comunista
Ringrazio Don Alessandro Borghese per questo suo articolo
Questo governo continua a sostenere che la causa dell'abbassamento del rating sia il passato, quando le note trasmesse dai due istituti fanno esplicito riferimento alla finanziaria attuale così come è stata concepita e come vuole essere attuata.
E' evidente che stiamo sempre più scadendo verso uno stato di polizia sia essa giudiziaria che fiscale per cui chiunque di noi può essere ricattato o perseguito per qualunque fesseria si possa fare, volontariamente o meno. Siamo all'assurdo che ogni comune mortale di questo paese può essere monitorato, e a tutti gli effetti lo è, a prescindere che possa essere o meno un evasore. Per cui, maschietti, attenti alle "mignotte" e voi, femminucce,attente agli amanti perché il Grande Fratello vi segue dovunque e comunque. Vi spia sempre.
Ricordo che quando ero giovincello pensavo con grande pena, anche perché ero stato fidanzato con una rumena, ai cittadini dei paesi d'oltre cortina che erano continuamente sotto l'occhio delle spie che riferivano ai vari servizi segreti ogni movimento dei cittadini e che riferivano anche le cose più banali che poi venivano catalogate e archiviate pronte per essere utilizzate per qualunque tipo di accusa in ogni momento della vita di quei poveretti. Bene allora non avrei mai potuto pensare che venti o trent'anni dopo sarei stato, e con me tutta la popolazione italiana, nelle stesse identiche situazioni. Qualche tempo fa, facevo lo spiritoso sul fatto che avrebbero potuto sapere anche quante volte andavamo in bagno grazie al consumo della carta igienica perché pensavo che, a fronte di queste notizie, ci sarebbe stata, non dico una sollevazione di massa per carità, ma almeno una violenta protesta per questi abusi che avrebbero posto fine a qualunque forma di privacy dei cittadini. Purtroppo registro con infinita pena che siamo un popolo di coglioni; soprattutto non mi capacito del fatto che la gente non arrivi a comprendere quali siano gli obbiettivi che tali misure perseguono: certo, si parte dall'evasione fiscale ma per arrivare dove? In uno stato moderno come quello attuale, registrare presso un'autority, non indipendente, ogni movimento finanziario di un privato significa tenere sotto stretto controllo, in ogni momento, la sua vita più intima e quindi privarlo in toto del suo bene più prezioso LA LIBERTA' INDIVIDUALE.
Si potrebbe dire che già prima la nostra storia individuale era tracciabile ed è vero ma almeno la tracciabilità poteva essere richiesta per chi aveva dato fondati motivi di sospetto; ora invece siamo tracciati o monitorati, come meglio volete, in automatico e gli incroci che tale tracciabilità crea possono essere intrecciati a quelli di qualunque vostro contatto sia esso di lavoro che di svago per cui, Dio non voglia, se qualche amico di amico di amico e così via è venuto a contatto con qualche inquisito ecco che finiamo in un vortice di possibili intercettazioni e controlli dai quali poi potremmo trovarci a dover dare spiegazioni che molto spesso non esistono.
Sono pessimista? Può darsi, ma vedo che, senza contrasti veri, questi in meno di sei mesi stanno riuscendo a trasformare uno stato, forse, di mezza anarchia, ma semilibero, in uno stato di polizia tipo comunista di infausta memoria.
Non vorrei che dimenticaste la proposta, non mi ricordo di quale fesso, di traformare gli extracomunitari clandestini in delatori promettendogli, in cambio, la cittadinanza italiana.
Spero di sbagliarmi, anzi, vorrei sbagliarmi ma non vedo dove,mentre mi paiono chiari i loro obbiettivi.
Meditate gente meditate
19 ottobre 2006
Italia declassata
Standard & Poor's ha declassato l'Italia. Moody's ha confermato il suo rating.
leggere l'articolo
I primi commenti del de facto sinitro dell'economia Visco.
14:45 19Oct2006 RTRS-DOWNGRADING ITALIA, VISCO DEFINISCE SBAGLIATE PREVISIONI S&P SU DEBITO E DEFICIT
14:46 19Oct2006 RTRS-DOWNGRADING ITALIA, VISCO NON TEME ALLARGAMENTO SPREAD BTP-BUND 10 ANNI PERCHE' ERANO DECISIONI ATTESE
14:46 19Oct2006 RTRS-DOWNGRADING ITALIA, VISCO DICE CHE FINANZIARIA 2007 RISOLVE PROBLEMI SOLLEVATI DA AGENZIE
Povero Visco, chi ha il coraggio di spiegargli che il downgrade c’è stato proprio dopo aver visto la sua finanziaria?
18 ottobre 2006
Per la sinistra la liberta' e' di non informare
Un articolo del sempre brillante Alessandro Corneli
Qualcuno potrebbe chiedersi perché, la scorsa settimana, dopo l’intervento di Prodi alla Camera sulla vicenda Telecom e dopo la presentazione della Finanziaria, il sindacato dei giornalisti abbia indetto due giorni di sciopero, così da ridurre l’informazione su due eventi politici cruciali. E potrebbe chiedersi perché lo stesso sindacato abbia indetto altri due giorni di sciopero in coincidenza con l’intervento di Prodi al Senato sulla vicenda Telecom e mentre infuria la polemica sulla Finanziaria.
Questo qualcuno potrebbe darsi una risposta semplice: c’è una convergenza tra il potere della sinistra e il sindacato dei giornalisti per esercitare un nuovo diritto, ad entrambi riservato: quello di non informare. Nella sostanza, non sembra esserci molta differenza dalla censura, tipica di ogni sistema totalitario che per prima cosa impedisce ai cittadini di essere informati.
Quei giornalisti che si sono tanto battuti per rivendicare, nei confronti delle testate di cui non sono proprietari e di cui sono dipendenti, la libertà di espressione, adesso tacciono: tanto sanno che spunteranno miglioramenti contrattuali da editori pavidi, che ormai considerano quotidiani e settimanali come contenitori di pubblicità per cui si sono rassegnati a lasciarli nelle mani dei loro dipendenti che possono scrivere quello che vogliono, anche contro le aziende da cui dipendono.
Come al solito, è comodo dire la propria con i soldi degli altri. E non ci si accorge che si stanno gradualmente eliminando due principi costituzionali: quello della libertà di espressione e quello di proprietà.
Fa parte del diritto di libertà di espressione mettere in piedi una struttura, di carta stampata o radiotelevisiva, attraverso cui manifestare le proprie idee. Ma se un comitato di direzione decide un’altra linea editoriale, quella libertà viene meno.
Fa parte del diritto di proprietà privata quello di gestire un’azienda nel rispetto dei diritti dei lavoratori dipendenti, ma anche di decidere il prodotto. Non si ribellano i dipendenti delle fabbriche di armi o di pesticidi, ma si ribellano i giornalisti che n on vogliono che la linea editoriale sia dettata dalla proprietà. Quindi il diritto di proprietà viene svuotato.
17 ottobre 2006
16 ottobre 2006
Fisco e Costituzione
Un articolo di Augusto Fei
La discussione in corso sulla sciagurata proposta di legge finanziaria presentata dal governo si sta svolgendo con insolita violenza. E’ certamente vero che tutte le finanziarie hanno sempre sollevato mugugni, per lo meno da parte di alcune categorie sociali, ma finora non si era mai vista una mobilitazione così generale di tutti contro tutti: persino una notevole parte della maggioranza di governo protesta per l’impianto della legge. Ed il governo non trova di meglio che reiterare bugie su bugie, preparandosi a fare marcia indietro quando le proteste vengono dalla sua stessa maggioranza o comunque dai propri sostenitori. Forse sarebbe stato meglio pensarci prima…
Ma c’è un aspetto particolare nell’impianto ideologico e concettuale della finanziaria che non è stato rilevato da nessuno (almeno così sembra) e che invece intacca i principi fondamentali della nostra società. E’ ben noto che quasi tutti, ma in particolare i partigiani della sinistra, i cosiddetti progressisti (e non si è mai capito bene che cosa intendano per “progresso”) considerano la Costituzione, soprattutto nella sua prima parte, nella quale si enunciano i sacri principi, come qualcosa di assolutamente intoccabile ed immodificabile, vero caposaldo del nostro vivere civile. Ebbene, l’articolo 53 della nostra sacra costituzione dice testualmente:
“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”
Ora è chiaro che da nessuna parte si parla di un sistema tributario destinato a ridistribuire il reddito fra i cittadini (come vorrebbe far credere l’attuale maggioranza), ma unicamente di come si deve partecipare al sostenimento della spesa pubblica. Ed inoltre non si dice affatto che ognuno deve contribuire in ragione della capacità contributiva “dichiarata” ma di quella effettiva. Quindi gli aumenti delle aliquote delle imposte sui redditi personali non obbediscono affatto al dettato costituzionale finché non si troverà il modo di accertare l’effettiva capacità contributiva di ogni soggetto.
Ma c’è di più. La costituzione parla di un sistema tributario informato a criteri di progressività in senso generale e non solo in alcune sue parti. Ora fra tutte le imposte statali e locali, l’unica che obbedisca a questo principio è l’IRPEF. Tutte le altre imposte o comunque prelievi a vario titolo (IVA, IRAP, ICI, accise, imposte di registro, IRPEG, imposte locali varie, contributi previdenziali e sociali, tickets sanitari e chi più ne ha più ne metta) non sono evidentemente progressive ma proporzionali. Ma il gettito dell’IRPEF rappresenta solo circa un terzo delle entrate tributarie dello stato: si può quindi affermare che il sistema tributario italiano non risponde affatto, se non in minima parte, ai criteri basilari prescritti dalla Costituzione.
Ne consegue quindi che il sistema tributario italiano è sostanzialmente illegale ed incostituzionale. Pertanto, o si modifica il sistema o si modifica la costituzione, se si vuole rientrare nella legalità costituzionale, con buona pace delle vestali che dichiarano che la costituzione è perfetta così come è e che tutte le leggi vi si conformano.
La discussione in corso sulla sciagurata proposta di legge finanziaria presentata dal governo si sta svolgendo con insolita violenza. E’ certamente vero che tutte le finanziarie hanno sempre sollevato mugugni, per lo meno da parte di alcune categorie sociali, ma finora non si era mai vista una mobilitazione così generale di tutti contro tutti: persino una notevole parte della maggioranza di governo protesta per l’impianto della legge. Ed il governo non trova di meglio che reiterare bugie su bugie, preparandosi a fare marcia indietro quando le proteste vengono dalla sua stessa maggioranza o comunque dai propri sostenitori. Forse sarebbe stato meglio pensarci prima…
Ma c’è un aspetto particolare nell’impianto ideologico e concettuale della finanziaria che non è stato rilevato da nessuno (almeno così sembra) e che invece intacca i principi fondamentali della nostra società. E’ ben noto che quasi tutti, ma in particolare i partigiani della sinistra, i cosiddetti progressisti (e non si è mai capito bene che cosa intendano per “progresso”) considerano la Costituzione, soprattutto nella sua prima parte, nella quale si enunciano i sacri principi, come qualcosa di assolutamente intoccabile ed immodificabile, vero caposaldo del nostro vivere civile. Ebbene, l’articolo 53 della nostra sacra costituzione dice testualmente:
“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”
Ora è chiaro che da nessuna parte si parla di un sistema tributario destinato a ridistribuire il reddito fra i cittadini (come vorrebbe far credere l’attuale maggioranza), ma unicamente di come si deve partecipare al sostenimento della spesa pubblica. Ed inoltre non si dice affatto che ognuno deve contribuire in ragione della capacità contributiva “dichiarata” ma di quella effettiva. Quindi gli aumenti delle aliquote delle imposte sui redditi personali non obbediscono affatto al dettato costituzionale finché non si troverà il modo di accertare l’effettiva capacità contributiva di ogni soggetto.
Ma c’è di più. La costituzione parla di un sistema tributario informato a criteri di progressività in senso generale e non solo in alcune sue parti. Ora fra tutte le imposte statali e locali, l’unica che obbedisca a questo principio è l’IRPEF. Tutte le altre imposte o comunque prelievi a vario titolo (IVA, IRAP, ICI, accise, imposte di registro, IRPEG, imposte locali varie, contributi previdenziali e sociali, tickets sanitari e chi più ne ha più ne metta) non sono evidentemente progressive ma proporzionali. Ma il gettito dell’IRPEF rappresenta solo circa un terzo delle entrate tributarie dello stato: si può quindi affermare che il sistema tributario italiano non risponde affatto, se non in minima parte, ai criteri basilari prescritti dalla Costituzione.
Ne consegue quindi che il sistema tributario italiano è sostanzialmente illegale ed incostituzionale. Pertanto, o si modifica il sistema o si modifica la costituzione, se si vuole rientrare nella legalità costituzionale, con buona pace delle vestali che dichiarano che la costituzione è perfetta così come è e che tutte le leggi vi si conformano.
12 ottobre 2006
L’economia con i numeri inventati
In risposta all'articolo del de facto Sinistro delle finanze Visco sulla Pravda.
Di Claudio Borghi.
Dopo aver assistito alla performance di Prodi alla Camera sul caso Telecom, evidentemente il desiderio di emulare il Presidente deve aver pervaso l'intera squadra di governo: solo cosi' si spiega come possa nascere un articolo come quello che Visco ha consegnato per la pubblicazione a "L'Unita'" con il titolo emblematico di "Tutta la verita' sulla finanziaria"... un lungo testo pieno di falsita' cosi' evidenti che credo abbiano fatto fare un salto sulla sedia a piu' di un lettore, se pur ben disposto nei suoi confronti.
La tesi del viceministro e' semplice: la sinistra ha lasciato nel 2001 un'Italia sfolgorante, al vertice delle economie industrializzate, dove nei fiumi scorrevano il latte e il miele... ma dopo cinque anni di governo del centrodestra in Italia "sono rimaste macerie", il Paese e' "spappolato" e le condizioni sono diventate "precarie e critiche"... ma niente paura! Meno male che adesso sono ritornato io e con la mia meravigliosa finanziaria rimettero' tutte le cose a posto. Fin qui niente da dire: i testi comici sono sempre graditi e sono stati proposti agli Italiani da politici di ogni colore... il problema sorge quando all'interno della barzelletta si mettono dei numeri, perche' se qualcuno non si prende la briga di smentirli poi un lettore affrettato potrebbe pensare che si stia parlando di cose serie.
Si potrebbe smontare quasi ogni riga dell'articolo di Visco, ma limitiamoci a qualche esempio eclatante e che possa essere facilmente verificato anche dai lettori.
Visco afferma testuale che "nel 2000 il Prodotto interno lordo pro-capite superava e non di poco quello medio europeo, oggi e' inferiore alla media europea". Sono convinto che anche senza essere laureati in economia l'affermazione suona strana... abbiamo tante qualita', ma piu' ricchi della media degli europei non credo siamo mai stati, quanto meno non in tempi moderni... eppure la sinistra al governo aveva evidentemente fatto anche questo miracolo... Secondo me i tecnici del ministero non si sono accorti che nel 2000 c'erano ancora le lire e hanno fatto vedere a Visco un numero bello grosso che ha colpito la sua fantasia. E dire che anche le tabelle Eurostat che abbracciano il periodo pre-euro hanno avvertimenti grandi cosi' sul fatto che i dati non sono omogenei... Ma noi torniamo con i piedi per terra e andiamo alla fonte di riferimento per eccellenza dei dati economici mondiali, vale a dire il "World Development Indicators", pubblicazione della Banca Mondiale che raccoglie i dati per ogni nazione.
Lo si trova nella sezione "data & research" del sito www.worldbank.org . Se richiamiamo i dati del Pil pro capite dell' Italia e dei paesi dell'area Euro nel 2000 la banca mondiale dice che si trattava rispettivamente di 20.160 e di 22.000 dollari. Se richiamiamo i dati del 2005 il risultato e'30.010 contro 31.914 dollari, quindi in proporzione la situazione e' migliorata. Come la mettiamo? O sbaglia la Banca Mondiale e tutti i testi di economia devono essere buttati via e corretti, o sbaglia Visco e fa una figuraccia. Scegliete voi quale sia la soluzione piu' comoda.
Particolarmente indigesta risulta poi la parte di commento alla nuova legge finanziaria: testuale "Degli oltre 7 miliardi destinati alla riforma dell'Irpef, oltre la meta' sono stati impegnati sui lavoratori dipendenti, in modo da raggiungere il risultato di una riduzione media di 2 punti del cosiddetto cuneo fiscale". Ma vi rendete conto? Visco afferma che sta "regalando" ai contribuenti 7 miliardi di Irpef ma si "dimentica" di dire dove li prende, vale a dire dai lavoratori stessi. Non ci credete? andate sullo "speciale finanziaria" del sito www.governo.it e se avete voglia leggete le prime pagine della Relazione Tecnica alla legge...troverete i seguenti numeri: maggiori entrate per nuove aliquote Irpef = 436 milioni, maggiori imposte locali dovute alla sostituzione delle deduzioni in detrazioni = 406 milioni, maggiori imposte dovute agli effetti delle aliquote sul Tfr = 130 milioni; poi saltate un centinaio di pagine piu' avanti e aggiungete 991 milioni di maggiori contributi, togliete 1400 milioni di assegni familiari ed eccolo il regalo di Visco: piu' tasse per 563 milioni. Non le scrivo io queste cose: le scrive il governo... spariti i 7 miliardi di Irpef e sparito il cuneo fiscale con buona pace dei sindacati che continuano a chiedere nei loro documenti inneggianti alla finanziaria "dove e in che misura si attuera' il promesso taglio del 40% del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti". La logica di Visco e' la stessa con cui confeziono' sul "Corriere" una risposta a Michele Salvati poi caduta nell'imbarazzo generale: se ti prendo mille euro con la mano destra e ti do cento euro con la sinistra posso affermare senza tema di smentita che ti ho dato cento euro. Delle due l'una: o ci crede veramente (e allora e' un problema) o pensa che tutti gli Italiani siano dei babbei (e allora e' un problema).
Di Claudio Borghi.
Dopo aver assistito alla performance di Prodi alla Camera sul caso Telecom, evidentemente il desiderio di emulare il Presidente deve aver pervaso l'intera squadra di governo: solo cosi' si spiega come possa nascere un articolo come quello che Visco ha consegnato per la pubblicazione a "L'Unita'" con il titolo emblematico di "Tutta la verita' sulla finanziaria"... un lungo testo pieno di falsita' cosi' evidenti che credo abbiano fatto fare un salto sulla sedia a piu' di un lettore, se pur ben disposto nei suoi confronti.
La tesi del viceministro e' semplice: la sinistra ha lasciato nel 2001 un'Italia sfolgorante, al vertice delle economie industrializzate, dove nei fiumi scorrevano il latte e il miele... ma dopo cinque anni di governo del centrodestra in Italia "sono rimaste macerie", il Paese e' "spappolato" e le condizioni sono diventate "precarie e critiche"... ma niente paura! Meno male che adesso sono ritornato io e con la mia meravigliosa finanziaria rimettero' tutte le cose a posto. Fin qui niente da dire: i testi comici sono sempre graditi e sono stati proposti agli Italiani da politici di ogni colore... il problema sorge quando all'interno della barzelletta si mettono dei numeri, perche' se qualcuno non si prende la briga di smentirli poi un lettore affrettato potrebbe pensare che si stia parlando di cose serie.
Si potrebbe smontare quasi ogni riga dell'articolo di Visco, ma limitiamoci a qualche esempio eclatante e che possa essere facilmente verificato anche dai lettori.
Visco afferma testuale che "nel 2000 il Prodotto interno lordo pro-capite superava e non di poco quello medio europeo, oggi e' inferiore alla media europea". Sono convinto che anche senza essere laureati in economia l'affermazione suona strana... abbiamo tante qualita', ma piu' ricchi della media degli europei non credo siamo mai stati, quanto meno non in tempi moderni... eppure la sinistra al governo aveva evidentemente fatto anche questo miracolo... Secondo me i tecnici del ministero non si sono accorti che nel 2000 c'erano ancora le lire e hanno fatto vedere a Visco un numero bello grosso che ha colpito la sua fantasia. E dire che anche le tabelle Eurostat che abbracciano il periodo pre-euro hanno avvertimenti grandi cosi' sul fatto che i dati non sono omogenei... Ma noi torniamo con i piedi per terra e andiamo alla fonte di riferimento per eccellenza dei dati economici mondiali, vale a dire il "World Development Indicators", pubblicazione della Banca Mondiale che raccoglie i dati per ogni nazione.
Lo si trova nella sezione "data & research" del sito www.worldbank.org . Se richiamiamo i dati del Pil pro capite dell' Italia e dei paesi dell'area Euro nel 2000 la banca mondiale dice che si trattava rispettivamente di 20.160 e di 22.000 dollari. Se richiamiamo i dati del 2005 il risultato e'30.010 contro 31.914 dollari, quindi in proporzione la situazione e' migliorata. Come la mettiamo? O sbaglia la Banca Mondiale e tutti i testi di economia devono essere buttati via e corretti, o sbaglia Visco e fa una figuraccia. Scegliete voi quale sia la soluzione piu' comoda.
Particolarmente indigesta risulta poi la parte di commento alla nuova legge finanziaria: testuale "Degli oltre 7 miliardi destinati alla riforma dell'Irpef, oltre la meta' sono stati impegnati sui lavoratori dipendenti, in modo da raggiungere il risultato di una riduzione media di 2 punti del cosiddetto cuneo fiscale". Ma vi rendete conto? Visco afferma che sta "regalando" ai contribuenti 7 miliardi di Irpef ma si "dimentica" di dire dove li prende, vale a dire dai lavoratori stessi. Non ci credete? andate sullo "speciale finanziaria" del sito www.governo.it e se avete voglia leggete le prime pagine della Relazione Tecnica alla legge...troverete i seguenti numeri: maggiori entrate per nuove aliquote Irpef = 436 milioni, maggiori imposte locali dovute alla sostituzione delle deduzioni in detrazioni = 406 milioni, maggiori imposte dovute agli effetti delle aliquote sul Tfr = 130 milioni; poi saltate un centinaio di pagine piu' avanti e aggiungete 991 milioni di maggiori contributi, togliete 1400 milioni di assegni familiari ed eccolo il regalo di Visco: piu' tasse per 563 milioni. Non le scrivo io queste cose: le scrive il governo... spariti i 7 miliardi di Irpef e sparito il cuneo fiscale con buona pace dei sindacati che continuano a chiedere nei loro documenti inneggianti alla finanziaria "dove e in che misura si attuera' il promesso taglio del 40% del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti". La logica di Visco e' la stessa con cui confeziono' sul "Corriere" una risposta a Michele Salvati poi caduta nell'imbarazzo generale: se ti prendo mille euro con la mano destra e ti do cento euro con la sinistra posso affermare senza tema di smentita che ti ho dato cento euro. Delle due l'una: o ci crede veramente (e allora e' un problema) o pensa che tutti gli Italiani siano dei babbei (e allora e' un problema).
La sinistra non e' piu' maggioranza nel paese.
Allego un articolo da Krysalis.blog
A sei mesi dalle elezioni il quadro politico sta cambiando. Il Governo Prodi nel giro di pochi settimane ha bruciato il credito (già in partenza non eccezionale) di cui godeva dopo la tornata del 9 e 10 aprile. Ci attestiamo non oltre un 30%, press’a poco lo stesso indice di gradimento del Governo Berlusconi, ma con una sostanziale differenza. Nel caso del Cavaliere il dato si riferisce all’ultimo anno della legislatura, mentre nel caso di Prodi ai primi 150 giorni di attività. Il Governo di centrodestra ha mantenuto,infatti, per oltre due anni e mezzo un gradimento superiore al 45%. Insomma una bella differenza. Ma il dato più preoccupante per la coalizione del Professore viene dalle proiezioni di voto. Il Polo ad oggi staccherebbe l’Unione di oltre 3 punti percentuali avvicinandosi al 4% (il dato da noi calcolato è il 3,7%). I partiti del centrosinistra perdono tutti, in modo particolare Ds e Margherita, mentre Rifondazione Comunista sembra tenere. Uniti nell’Ulivo a stento raggiungerebbe il 30% ( si attesta sul 29,6%), le formazioni minori sembrano quasi scomparse. Sul versante opposto buone le prestazioni di tutti i partiti. Forza Italia cresce più vistosamente guadagnando 3 punti percentuali rispetto ad aprile (si attesterebbe sul 27%), An si irrobustisce superando il 13%, l’Udc sale all’8%, mentre la Lega si aggira tra il 5,5 ed il 6%. Mentre la sinistra tiene, come al solito, nelle regioni rosse, perde consensi al Sud dove sarebbe minoranza quasi ovunque (fatta eccezione in Calabria,mentre in Campania è pari col Polo), staccata dai 5 ai 7 punti percentuali in Puglia e di oltre 15 in Sicilia. Ma è il Nord la vera tomba di Prodi. In tutte le regioni (escluse le trascurabili Valle d’Aosta e Trentino) la Casa delle Libertà avanza, talvolta in modo eclatante. Da Piemonte, Lombardia e Veneto provengono segnali assai inquietanti per l’Unione ( sotto dai 6 agli 8 punti percentuali in media). Senza il consenso delle regioni settentrionali non si governa. Un brutto incubo per il Presidente del Consiglio. Infine una curiosità. Visitando il sito: www.sondaggipoliticoelettorali.it/data si può notare un drastico calo delle indagini statistiche sull’umore degli elettori da sei mesi a questa parte. Che agli istituti di sondaggi (quasi tutti di sinistra) non convenga più proporre numeri? Non sempre veritieri tra l’altro…
Nota: i dati sono ottenuti da una combinazione di studi statistici provenienti da diversi istituti (Ipsos, IPR, Ekma, Euromedia).
A sei mesi dalle elezioni il quadro politico sta cambiando. Il Governo Prodi nel giro di pochi settimane ha bruciato il credito (già in partenza non eccezionale) di cui godeva dopo la tornata del 9 e 10 aprile. Ci attestiamo non oltre un 30%, press’a poco lo stesso indice di gradimento del Governo Berlusconi, ma con una sostanziale differenza. Nel caso del Cavaliere il dato si riferisce all’ultimo anno della legislatura, mentre nel caso di Prodi ai primi 150 giorni di attività. Il Governo di centrodestra ha mantenuto,infatti, per oltre due anni e mezzo un gradimento superiore al 45%. Insomma una bella differenza. Ma il dato più preoccupante per la coalizione del Professore viene dalle proiezioni di voto. Il Polo ad oggi staccherebbe l’Unione di oltre 3 punti percentuali avvicinandosi al 4% (il dato da noi calcolato è il 3,7%). I partiti del centrosinistra perdono tutti, in modo particolare Ds e Margherita, mentre Rifondazione Comunista sembra tenere. Uniti nell’Ulivo a stento raggiungerebbe il 30% ( si attesta sul 29,6%), le formazioni minori sembrano quasi scomparse. Sul versante opposto buone le prestazioni di tutti i partiti. Forza Italia cresce più vistosamente guadagnando 3 punti percentuali rispetto ad aprile (si attesterebbe sul 27%), An si irrobustisce superando il 13%, l’Udc sale all’8%, mentre la Lega si aggira tra il 5,5 ed il 6%. Mentre la sinistra tiene, come al solito, nelle regioni rosse, perde consensi al Sud dove sarebbe minoranza quasi ovunque (fatta eccezione in Calabria,mentre in Campania è pari col Polo), staccata dai 5 ai 7 punti percentuali in Puglia e di oltre 15 in Sicilia. Ma è il Nord la vera tomba di Prodi. In tutte le regioni (escluse le trascurabili Valle d’Aosta e Trentino) la Casa delle Libertà avanza, talvolta in modo eclatante. Da Piemonte, Lombardia e Veneto provengono segnali assai inquietanti per l’Unione ( sotto dai 6 agli 8 punti percentuali in media). Senza il consenso delle regioni settentrionali non si governa. Un brutto incubo per il Presidente del Consiglio. Infine una curiosità. Visitando il sito: www.sondaggipoliticoelettorali.it/data si può notare un drastico calo delle indagini statistiche sull’umore degli elettori da sei mesi a questa parte. Che agli istituti di sondaggi (quasi tutti di sinistra) non convenga più proporre numeri? Non sempre veritieri tra l’altro…
Nota: i dati sono ottenuti da una combinazione di studi statistici provenienti da diversi istituti (Ipsos, IPR, Ekma, Euromedia).
Ritornano gli incendi
In Indonesia, come ogni anno alla fine della stagione delle piogge, ritornano gli incendi che contaminano l'aria del sud-est asiatico.
Quest'anno, a causa della siccità, siamo tornati ai livelli del 1997 che fu' un anno catastrofico con piu' di 200 incendi e la distruzione di almeno 800,000 ettari di foresta equatoriale.
Gli incendi hanno avvolto il cielo del sud-est asiatico, fino a Singapore, in una spessa coltre di fumo giallo causando gravi problemi alle vie respiratorie ed irritazioni agli occhi.
Gravi danni vengono provocati anche all'economia, dovuti alla riduzione della visibilita' che, in certe zone della Malaisia, e' scesa a pochi metri .
Gli incendi, soprattutto nell'isola di Borneo e di Sumatra sono provocati dall'uomo. Per via dell'aumento del prezzo dell'olio di palma, i produttori appiccano deliberatamente il fuoco in aree di vegetazione di scarto per piantare palme e alberi da carta.
Sicuramente gravissimi anche i danni, per ora non quantificabili, sulla fauna, e in particolare sui circa 20,000 oranghi che vivono attualmente nel Borneo e nell'isola di Sumatra. Una vera tragedia ecologica che si ripete ogni anno.
A parte le scuse presentate agli stati confinanti,le promesse del governo indonesiano di agire contro le companie forestali che non rispettano la legge sono rimaste, fino ad ora, senza seguito.
10 ottobre 2006
Test nucleare: Teheran accusa Washington
09 ottobre 2006
Malato mentale con l'atomica.
Il sadico e criminale regime di Pyongyang, uno dei peggiori trasgressori di diritti umani del pianeta, guidati da un leader mentalmente instabile, ha fatto esplodere una bomba atomica oggi alle 10:00 del mattino, ora locale.
L'anno scorso, durante un' ennesima conferenza a Pechino, la Corea del Nord aveva accettato di rinunciare a qualsiasi attivita' nucleare e ritornare fra i firmatari del trattato di nonproliferazione. In cambio qualche miliardo di dollari dalla Cina e un po'di riso per sfamare quei pochi che possono ancora mangiare. Secondo gli ultimi dati e dai racconti dei profughi che sono riusciti a scappare, la situazione nel paese e' tragica.
Oggi abbiamo l'ennesima prova che con questi pazzi, le soluzioni pacifiche non funzionano.
Sfortunatamente finche' la Cina manterra' questo regime per evitare di trovarsi con una crisi umanitaria alla sua frontiera o peggio, un cambio democratico, la Corea del Nord continuera' a rimanere una minaccia per il mondo e il nano di Pyongyang a tenerci ostaggi della sua follia.
Futuri Politici
Una disposizione della proposta di legge finanziaria propone che, al fine di ridurre le spese della pubblica amministrazione, si riduca del 10% il numero dei bocciati, in modo da evitare il superaffollamento delle classi della scuola media superiore, dovuta all’elevato (?) numero di ripetenti. Innanzi tutto occorre ricordare che gli eccessivi costi della scuola non sono dovuti all’elevato numero di studenti, ma all’esagerato numero di docenti e di addetti, e che quindi solo riducendo il loro numero (proporzionalmente fra i più alti nel mondo, con risultati non certo esaltanti) si potranno ridurre le spese.
Poi occorre ricordare che il livello di istruzione mediamente impartito dalla nostra scuola non è fra i più elevati, e che la riduzione del numero dei bocciati non potrà certo migliorare la situazione.
Ma forse il vero motivo di questo provvedimento non è in realtà quello di agire sul lato delle spese – questa è una affermazione di pura facciata – ma solo quello di preparare convenientemente la nuova classe politica e dirigente del paese, in modo che essa non possa in alcun modo essere di livello culturale ed intellettuale superiore all’attuale.
07 ottobre 2006
Premio Giulivissimo
Complimenti a cippalippa per avere vinto la terza edizione del premio "Il Giulivissimo" con questa divertente vignetta e complimenti anche a tutti quelli che hanno partecipato.
Potete andare a vedere tutte le vignette sul sito Il Giulivo , un sito libero, di informazione e satira.
Potete andare a vedere tutte le vignette sul sito Il Giulivo , un sito libero, di informazione e satira.
E' pazzesco! Adesso pure Jack Straw dovra' scusarsi.
The recent comments of former foreign secretary Jack Straw have been, as usual, taken completely out of context.
And as usual, we see the muslim community taking advantage of the situation to once again denounce them as blasphemous, offensive bla bla bla bla bla
It's getting quite annoying.
Jack Straw said that when muslim women come inside his office, they should remove their headware so that he can have a good conversation.
"The veil is such a visible statement of separation and of difference as to jeopardize social harmony" he said.
As far as I am concerned, when I talk to people in my office, I like to see their facial expressions to ensure that my point is getting through.
The veil is a sign of separation and can affect the proper interaction and communication between two people.
Therefore Jack Straw has a right to ask them to remove their veil inside his office.
06 ottobre 2006
Le promesse della sinistra
Un articolo di Augusto Fei
Il programma del centro sinistra, composto di ben oltre duecento pagine, in modo da essere illeggibile ed incomprensibile ai comuni mortali, comprendeva una quantità di affermazioni.
Esse sono state ovviamente riprese durante la campagna elettorale da tutti i principali leaders, ed in particolare da colui che venne poi nominato presidente del consiglio.
Nel programma si dichiarava che non si sarebbe imposto al paese un ulteriore aggravio degli oneri fiscali, che erano stati il cavallo di battaglia della precedente maggioranza (secondo la sinistra). Si dichiarava che il paese era allo sbando a causa dell’impoverimento crescente dei cittadini e dello stato miserando in cui il centro destra aveva lasciato le finanze pubbliche. Si dichiarò che mai ed in nessun caso militari italiani sarebbero più stati inviati in paesi esteri, e che quelli che già vi si trovavano sarebbero stati rapidamente rimpatriati. Si promise un contributo di ben 2.500 euro per ogni bambino o ragazzo di età inferiore a 18 anni. Si preannunciò la diminuzione immediata del “cuneo fiscale” di ben 5 punti. Si promise, contrariamente a quanto secondo le sinistre sarebbe avvenuto durante il governo del centro destra, eterna fedeltà alla UE, alle sua direttive ed ai propri partners europei.
In realtà cosa è successo ? La legge finanziaria in preparazione prevede un pesante aumento delle tasse, sia direttamente sia indirettamente, attraverso il taglio dei contributi agli enti locali, che si vedranno così costretti ad appesantire la propria fiscalità. Si è scoperto che le entrate fiscali sono sensibilmente aumentate grazie alla legislazione del governo precedente. Si sono inviati soldati in Libano, con gran strepito di fanfare. Non si è visto nulla per i minori. Il cuneo fiscale verrà ridotto “quando si potrà”. Si fanno dichiarazioni internazionali in contrasto con la politica della UE (riarmo della Cina, lotta al terrorismo) e si ridicolizza la dichiarazione della UE che l’IRAP è una imposta illecita secondo le direttive europee.
Si è forse trattato di un caso di pubblicità ingannevole ? E chi è responsabile dell’inganno ?
Esse sono state ovviamente riprese durante la campagna elettorale da tutti i principali leaders, ed in particolare da colui che venne poi nominato presidente del consiglio.
Nel programma si dichiarava che non si sarebbe imposto al paese un ulteriore aggravio degli oneri fiscali, che erano stati il cavallo di battaglia della precedente maggioranza (secondo la sinistra). Si dichiarava che il paese era allo sbando a causa dell’impoverimento crescente dei cittadini e dello stato miserando in cui il centro destra aveva lasciato le finanze pubbliche. Si dichiarò che mai ed in nessun caso militari italiani sarebbero più stati inviati in paesi esteri, e che quelli che già vi si trovavano sarebbero stati rapidamente rimpatriati. Si promise un contributo di ben 2.500 euro per ogni bambino o ragazzo di età inferiore a 18 anni. Si preannunciò la diminuzione immediata del “cuneo fiscale” di ben 5 punti. Si promise, contrariamente a quanto secondo le sinistre sarebbe avvenuto durante il governo del centro destra, eterna fedeltà alla UE, alle sua direttive ed ai propri partners europei.
In realtà cosa è successo ? La legge finanziaria in preparazione prevede un pesante aumento delle tasse, sia direttamente sia indirettamente, attraverso il taglio dei contributi agli enti locali, che si vedranno così costretti ad appesantire la propria fiscalità. Si è scoperto che le entrate fiscali sono sensibilmente aumentate grazie alla legislazione del governo precedente. Si sono inviati soldati in Libano, con gran strepito di fanfare. Non si è visto nulla per i minori. Il cuneo fiscale verrà ridotto “quando si potrà”. Si fanno dichiarazioni internazionali in contrasto con la politica della UE (riarmo della Cina, lotta al terrorismo) e si ridicolizza la dichiarazione della UE che l’IRAP è una imposta illecita secondo le direttive europee.
Si è forse trattato di un caso di pubblicità ingannevole ? E chi è responsabile dell’inganno ?
05 ottobre 2006
03 ottobre 2006
Con la sinistra e' vietato ridere.
Vediamo i fatti:
Il Primo Sinistro Prodi va a spiegarsi alla camera sul caso Telecom.
Un intervento assurdo, penoso dove viene ripetuta per ben 9 volte (NOVE!) la frase «Per me in particolare sarebbe come sconfessare parte della mia storia professionale, visto che da presidente dell'Iri in quegli anni ho avviato uno dei più consistenti processi di privatizzazione intrapresi in Europa».
Qualcuno (geniale) ne fa' un video-rap divertente.
Il video-rap in questione finisce sul Tg2.
I sinistri si offendono e immediatamente invocano la giustizia contro la Rai perche' "e'stata data un'immagine comica a un dibattito parlamentare». (che lo era)
Vogliamo ricordare quanti tentativi di screditare Silvio Berlusconi, quanti siti, quante trasmissioni, adirittura durante l'ultima campagna elettorale fu' messo in rete questo rap .
Ma lo sappiamo bene che contro la destra si puo' fare, contro la sinistra e' vietato..
Io non capisco come gli italiani non si rendano conto di quello che sta succedendo, della volontà di questo governo di controllare tutto e tutti fin nei più reconditi aspetti della vita intima e privata, un vero e proprio insulto alla liberta' individuale, alla liberta' di espressione. Comunque ecco il video-rap del primo sinistro italiano e capo dei buffoni, Romano "mortadella" Prodi.
Buon divertimento (prima che tassino o eliminino pure quello).
Il Primo Sinistro Prodi va a spiegarsi alla camera sul caso Telecom.
Un intervento assurdo, penoso dove viene ripetuta per ben 9 volte (NOVE!) la frase «Per me in particolare sarebbe come sconfessare parte della mia storia professionale, visto che da presidente dell'Iri in quegli anni ho avviato uno dei più consistenti processi di privatizzazione intrapresi in Europa».
Qualcuno (geniale) ne fa' un video-rap divertente.
Il video-rap in questione finisce sul Tg2.
I sinistri si offendono e immediatamente invocano la giustizia contro la Rai perche' "e'stata data un'immagine comica a un dibattito parlamentare». (che lo era)
Vogliamo ricordare quanti tentativi di screditare Silvio Berlusconi, quanti siti, quante trasmissioni, adirittura durante l'ultima campagna elettorale fu' messo in rete questo rap .
Ma lo sappiamo bene che contro la destra si puo' fare, contro la sinistra e' vietato..
Io non capisco come gli italiani non si rendano conto di quello che sta succedendo, della volontà di questo governo di controllare tutto e tutti fin nei più reconditi aspetti della vita intima e privata, un vero e proprio insulto alla liberta' individuale, alla liberta' di espressione. Comunque ecco il video-rap del primo sinistro italiano e capo dei buffoni, Romano "mortadella" Prodi.
Buon divertimento (prima che tassino o eliminino pure quello).
I conti in tasca ai poveri
Un articolo dell'amico Claudio Borghi.
A sentire Prodi scandire le linee guida della legge finanziaria sembra che le regalie abbondino. "Una finanziaria mirata ai deboli" e' lo slogan. Niente di originale per la verita', storicamente ogni esproprio e' stato accompagnato dal paravento degli aiuti ai poveri e spesso ci si casca. A costo di passare per antipatici e scorretti intendiamo pero' fare due conti, perche' se il governo ci racconta che la stragrande maggioranza del paese vive con un reddito lordo di 15.000 euro e ha moglie e due figli a carico, ed e' a loro che si e' pensato, c'e' qualcosa che non quadra... o quello che vediamo tutti i giorni e' una realta' virtuale che ci viene imposta da alieni astuti come nel film "Matrix" e in realta' l'Italia e' un'immensa baraccopoli, o i conti non tornano.
Propendiamo per lo scenario "Matrix" e annulliamo le visioni delle code in aereoporto, dei taxi strapieni, degli stadi ricolmi, delle due milioni di auto nuove che si vendono all'anno, delle spiagge con lista di attesa, dei concerti sempre esauriti e dei 3000 euro al metro quadro in periferia... entriamo nell'Italia di Prodi e del suo cittadino medio, bisognoso di tutela.
Ebbene, questo cittadino "medio" (quindi significa che meta' sta pure peggio) vive a Milano e incassa circa mille euro al mese, da cui scaliamo subito 400 euro di affitto per un bilocale in periferia (l'acquisto e' un lontano miraggio). 50 vanno in tasse varie, dal canone RAI al bollo auto... la benzina, l'assicurazione auto e i biglietti dei mezzi pubblici si mangiano altri 50 Euro.
La luce, il gas, il telefono ne divorano almeno altri 75, cosi' come 75 se ne vanno in vestiario (i bambini crescono in fretta). 50 servono per la pulizia e la manutenzione della casa. Rimangono, udite udite, 2.5 euro al giorno per ogni componente della famiglia per sfamarsi. Nemmeno da immaginare un cinema, un libro, le vacanze, cambiare la macchina, la pizzeria, la multa. Guardiamoci in faccia... e' questa la famiglia italiana media? Non dico che non ci siano situazioni di questo tipo, ma vi sembra la media? E soprattutto vi pare che i problemi di questa famiglia vadano affrontati con qualche euro? Eppure per l'Italia di Prodi questa e' la media, trascurando pure di dire che quei pochi euro che la finanziaria assegna a questa "famiglia tipo" (analoghi peraltro a quanto gia' concesso dal centrodestra con il secondo modulo fiscale di Tremonti) svaniranno di colpo nelle spire dei tributi locali ormai senza piu' freno, del ticket sul pronto soccorso, del bollo sulle vetture inquinanti (figurarsi se il nostro indigente ha una fiammante auto euro4...) ecc. ecc.
Diciamo la verita': Prodi rischia di trovarsi in piazza tutta Italia, perche' finge di aiutare una realta' che non esiste, ma invece prende a tutti, a cominciare dagli onesti che hanno commesso l'errore di dichiarare il proprio reddito e ora si trovano additati con infamia, per continuare con tutti i ceti piu' attivi e produttivi che rappresentano la vera ricchezza del nostro paese, per finire con i risparmiatori, cortesemente invitati a cambiare paese. In compenso il governo da' il buon esempio diminuendosi del 30% gli emolumenti: peccato che i componenti del governo medesimo siano aumentati in proporzione, quindi il conto per loro non cambia. Per noi si, e molto.
nihil difficile volenti
A sentire Prodi scandire le linee guida della legge finanziaria sembra che le regalie abbondino. "Una finanziaria mirata ai deboli" e' lo slogan. Niente di originale per la verita', storicamente ogni esproprio e' stato accompagnato dal paravento degli aiuti ai poveri e spesso ci si casca. A costo di passare per antipatici e scorretti intendiamo pero' fare due conti, perche' se il governo ci racconta che la stragrande maggioranza del paese vive con un reddito lordo di 15.000 euro e ha moglie e due figli a carico, ed e' a loro che si e' pensato, c'e' qualcosa che non quadra... o quello che vediamo tutti i giorni e' una realta' virtuale che ci viene imposta da alieni astuti come nel film "Matrix" e in realta' l'Italia e' un'immensa baraccopoli, o i conti non tornano.
Propendiamo per lo scenario "Matrix" e annulliamo le visioni delle code in aereoporto, dei taxi strapieni, degli stadi ricolmi, delle due milioni di auto nuove che si vendono all'anno, delle spiagge con lista di attesa, dei concerti sempre esauriti e dei 3000 euro al metro quadro in periferia... entriamo nell'Italia di Prodi e del suo cittadino medio, bisognoso di tutela.
Ebbene, questo cittadino "medio" (quindi significa che meta' sta pure peggio) vive a Milano e incassa circa mille euro al mese, da cui scaliamo subito 400 euro di affitto per un bilocale in periferia (l'acquisto e' un lontano miraggio). 50 vanno in tasse varie, dal canone RAI al bollo auto... la benzina, l'assicurazione auto e i biglietti dei mezzi pubblici si mangiano altri 50 Euro.
La luce, il gas, il telefono ne divorano almeno altri 75, cosi' come 75 se ne vanno in vestiario (i bambini crescono in fretta). 50 servono per la pulizia e la manutenzione della casa. Rimangono, udite udite, 2.5 euro al giorno per ogni componente della famiglia per sfamarsi. Nemmeno da immaginare un cinema, un libro, le vacanze, cambiare la macchina, la pizzeria, la multa. Guardiamoci in faccia... e' questa la famiglia italiana media? Non dico che non ci siano situazioni di questo tipo, ma vi sembra la media? E soprattutto vi pare che i problemi di questa famiglia vadano affrontati con qualche euro? Eppure per l'Italia di Prodi questa e' la media, trascurando pure di dire che quei pochi euro che la finanziaria assegna a questa "famiglia tipo" (analoghi peraltro a quanto gia' concesso dal centrodestra con il secondo modulo fiscale di Tremonti) svaniranno di colpo nelle spire dei tributi locali ormai senza piu' freno, del ticket sul pronto soccorso, del bollo sulle vetture inquinanti (figurarsi se il nostro indigente ha una fiammante auto euro4...) ecc. ecc.
Diciamo la verita': Prodi rischia di trovarsi in piazza tutta Italia, perche' finge di aiutare una realta' che non esiste, ma invece prende a tutti, a cominciare dagli onesti che hanno commesso l'errore di dichiarare il proprio reddito e ora si trovano additati con infamia, per continuare con tutti i ceti piu' attivi e produttivi che rappresentano la vera ricchezza del nostro paese, per finire con i risparmiatori, cortesemente invitati a cambiare paese. In compenso il governo da' il buon esempio diminuendosi del 30% gli emolumenti: peccato che i componenti del governo medesimo siano aumentati in proporzione, quindi il conto per loro non cambia. Per noi si, e molto.
nihil difficile volenti
01 ottobre 2006
Robert Redecker a raison. L'islam est violence, intollerance et lâcheté
Est-il possible, est-il seulement permis, de critiquer l'islam sans aussitôt recevoir une condannation a mort?
Un professeur de philosophie ecrit un article sur l'integralisme islamique et pour cela il est condanne' a mort. Il est maintenant oblige' de se cacher, protege' par la police. Pourquoi? Pour avoir ecrit ceci:
Le Figaro
Robert Redeker
Les réactions suscitées par l’analyse de Benoît XVI sur l’islam et la violence s’inscrivent dans la tentative menée par cet islam d’étouffer ce que l’Occident a de plus précieux qui n’existe dans aucun pays musulman : la liberté de penser et de s’exprimer.
L’islam essaie d’imposer à l’Europe ses règles : ouverture des piscines à certaines heures exclusivement aux femmes, interdiction de caricaturer cette religion, exigence d’un traitement diététique particulier des enfants musulmans dans les cantines, combat pour le port du voile à l’école, accusation d’islamophobie contre les esprits libres.
Comment expliquer l’interdiction du string à Paris-Plages, cet été ? Étrange fut l’argument avancé : risque de «troubles à l’ordre public». Cela signifiait-il que des bandes de jeunes frustrés risquaient de devenir violents à l’affichage de la beauté ? Ou bien craignait-on des manifestations islamistes, via des brigades de la vertu, aux abords de Paris-Plages ?
Pourtant, la non-interdiction du port du voile dans la rue est, du fait de la réprobation que ce soutien à l’oppression contre les femmes suscite, plus propre à «troubler l’ordre public» que le string. Il n’est pas déplacé de penser que cette interdiction traduit une islamisation des esprits en France, une soumission plus ou moins consciente aux diktats de l’islam. Ou, à tout le moins, qu’elle résulte de l’insidieuse pression musulmane sur les esprits. Islamisation des esprits : ceux-là même qui s’élevaient contre l’inauguration d’un Parvis Jean-Paul-II à Paris ne s’opposent pas à la construction de mosquées. L’islam tente d’obliger l’Europe à se plier à sa vision de l’homme.
Comme jadis avec le communisme, l’Occident se retrouve sous surveillance idéologique. L’islam se présente, à l’image du défunt communisme, comme une alternative au monde occidental. À l’instar du communisme d’autrefois, l’islam, pour conquérir les esprits, joue sur une corde sensible. Il se targue d’une légitimité qui trouble la conscience occidentale, attentive à autrui : être la voix des pauvres de la planète. Hier, la voix des pauvres prétendait venir de Moscou, aujourd’hui elle viendrait de La Mecque ! Aujourd’hui à nouveau, des intellectuels incarnent cet oeil du Coran, comme ils incarnaient l’oeil de Moscou hier. Ils excommunient pour islamophobie, comme hier pour anticommunisme.
Dans l’ouverture à autrui, propre à l’Occident, se manifeste une sécularisation du christianisme, dont le fond se résume ainsi : l’autre doit toujours passer avant moi. L’Occidental, héritier du christianisme, est l’être qui met son âme à découvert. Il prend le risque de passer pour faible. À l’identique de feu le communisme, l’islam tient la générosité, l’ouverture d’esprit, la tolérance, la douceur, la liberté de la femme et des moeurs, les valeurs démocratiques, pour des marques de décadence.
Ce sont des faiblesses qu’il veut exploiter au moyen «d’idiots utiles», les bonnes consciences imbues de bons sentiments, afin d’imposer l’ordre coranique au monde occidental lui-même.
Le Coran est un livre d’inouïe violence. Maxime Rodinson énonce, dans l’Encyclopédia Universalis, quelques vérités aussi importantes que taboues en France. D’une part, «Muhammad révéla à Médine des qualités insoupçonnées de dirigeant politique et de chef militaire (...) Il recourut à la guerre privée, institution courante en Arabie (...) Muhammad envoya bientôt des petits groupes de ses partisans attaquer les caravanes mekkoises, punissant ainsi ses incrédules compatriotes et du même coup acquérant un riche butin».
D’autre part, «Muhammad profita de ce succès pour éliminer de Médine, en la faisant massacrer, la dernière tribu juive qui y restait, les Qurayza, qu’il accusait d’un comportement suspect». Enfin, «après la mort de Khadidja, il épousa une veuve, bonne ménagère, Sawda, et aussi la petite Aisha, qui avait à peine une dizaine d’années. Ses penchants érotiques, longtemps contenus, devaient lui faire contracter concurremment une dizaine de mariages».
Exaltation de la violence : chef de guerre impitoyable, pillard, massacreur de juifs et polygame, tel se révèle Mahomet à travers le Coran.
De fait, l’Église catholique n’est pas exempte de reproches. Son histoire est jonchée de pages noires, sur lesquelles elle a fait repentance. L’Inquisition, la chasse aux sorcières, l’exécution des philosophes Bruno et Vanini, ces mal-pensants épicuriens, celle, en plein XVIIIe siècle, du chevalier de La Barre pour impiété, ne plaident pas en sa faveur. Mais ce qui différencie le christianisme de l’islam apparaît : il est toujours possible de retourner les valeurs évangéliques, la douce personne de Jésus contre les dérives de l’Église.
Aucune des fautes de l’Église ne plonge ses racines dans l’Évangile. Jésus est non-violent. Le retour à Jésus est un recours contre les excès de l’institution ecclésiale. Le recours à Mahomet, au contraire, renforce la haine et la violence. Jésus est un maître d’amour, Mahomet un maître de haine.
La lapidation de Satan, chaque année à La Mecque, n’est pas qu’un phénomène superstitieux. Elle ne met pas seulement en scène une foule hystérisée flirtant avec la barbarie. Sa portée est anthropologique. Voilà en effet un rite, auquel chaque musulman est invité à se soumettre, inscrivant la violence comme un devoir sacré au coeur du croyant.
Cette lapidation, s’accompagnant annuellement de la mort par piétinement de quelques fidèles, parfois de plusieurs centaines, est un rituel qui couve la violence archaïque.
Au lieu d’éliminer cette violence archaïque, à l’imitation du judaïsme et du christianisme, en la neutralisant (le judaïsme commence par le refus du sacrifice humain, c’est-à-dire l’entrée dans la civilisation, le christianisme transforme le sacrifice en eucharistie), l’islam lui confectionne un nid, où elle croîtra au chaud. Quand le judaïsme et le christianisme sont des religions dont les rites conjurent la violence, la délégitiment, l’islam est une religion qui, dans son texte sacré même, autant que dans certains de ses rites banals, exalte violence et haine.
Haine et violence habitent le livre dans lequel tout musulman est éduqué, le Coran. Comme aux temps de la guerre froide, violence et intimidation sont les voies utilisées par une idéologie à vocation hégémonique, l’islam, pour poser sa chape de plomb sur le monde. Benoît XVI en souffre la cruelle expérience. Comme en ces temps-là, il faut appeler l’Occident «le monde libre» par rapport à au monde musulman, et comme en ces temps-là les adversaires de ce «monde libre», fonctionnaires zélés de l’oeil du Coran, pullulent en son sein.
Et le silence continue. Aucun article pour condanner cet ennieme scandale!
Les gouvernements europeens se taisent. Les intellectuels europeens se taisent.
Et ou est cet islam modere' qui apparement existe?
La liberte' d'expression est dans notre monde occidental, dans nos democracies, un droit inalienable!
Apres le Pape, apres l'Allemagne, encore une fois la preuve de l'intollerance islamique et leurs desirs de faire plier l'Occident et la honteuse soumissions de nos gouvernements a leurs diktats!
La settimana piu' dura dell'Italia
Allego un contributo, scritto dal formidabile Kyle, direttore dell'eccellente Krysalis.blog
“E’ pura demagogia, sono solo strumentalizzazioni” quelle delle destra sul caso Telecom. Così il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, alla Camera dei Deputati. “Non sono stato messo a conoscenza da parte di Tronchetti Provera del piano di riassetto della Telecom. E non sapevo nulla nemmeno del dossier di Rovati, le cui dimissioni, comunque, gli rendono onore e hanno fugato ogni dubbio”. Bolla infine come “infamanti” le accuse lanciate dalla Cdl su Telekom Serbia.”Non sono dirigista,per me sarebbe come sconfessare parte della mia storia professionale”. Il Presidente del Consiglio ricorda poi l’importanza del ruolo svolto dalle telecomunicazioni,la libertà di mercato e la necessità di riformare il capitalismo italiano e di fare chiarezza sulle intercettazioni illegali. Fin qui la cronaca. Ma a cosa è servito l’intervento di Prodi?
Sono in molti a chiederselo. Per Fini “gli italiani sono stati ingannati dal Presidente del Consiglio, che non ha fugato alcun dubbio circa la veridicità delle sue affermazioni. Non è credibile quando asserisce di non sapere.” “Quando il Presidente del Consiglio parla in Parlamento deve dire la verità. Ecco perché lei non può più governare con dignità” chiosa Giulio Tremonti.
Neppure Pierferdinando Casini è tenero con Prodi: “Non vogliamo assistere ad interessanti racconti di favole”. L’ex Presidente del Consiglio Berlusconi è amareggiato:“Sono senza parole perché non c’è stato nessun chiarimento né di fronte alla maggioranza, né all’opposizione, né al Paese”. Molti italiani aspettavano le dichiarazioni di Romano Prodi e di certo le uscite del capo del Governo hanno scontentato parecchi. Il Presidente del Consiglio si è sottratto del tutto nel dare qualche spiegazione, non ha fugato alcun dubbio, anzi, se possibile, ne ha aggiunti di nuovi. Ha cercato di eludere il problema parlando d’altro, del capitalismo da rifondare ed altre amenità similiori. Ha mostrato nervosismo, tanto nervosismo.
Lo si è visto quando, interrotto dagli applausi ironici dell’opposizione, ha insistito nel ripetere sempre la stessa frase. Sembra un pover’uomo sull’orlo di una crisi d’isterismo. Del resto lo capiamo. Non deve essere facile barcamenarsi tra una difesa (di se stesso) impossibile e il varo sempre più convulso della Finanziaria. La manovra economica ha scatenato un vero e proprio fuoco di sbarramento da parte degli alleati più riottosi della coalizione (sinistra radicale, Udeur, Idv e Rnp) e appare come una sorta di mannaia sul ceto medio, che verrà sottoposto a pesanti salassi tributari per tutti i redditi superiori ai 3800 euro mensili. Per non parlare dei consistenti tagli a scuola e sanità e quindi agli enti locali, costretti, loro malgrado, ad alzare la voce. Mentre la Confindustria si lamenta per la probabile assenza del taglio al 5% del cuneo fiscale.
L’Italia si è così trovata a vivere la settimana più dura del 2006, passata allegramente tra le balle pronunciate sottovoce dal suo Primo Ministro e le maxi tassazioni promesse dalla Finanziaria. Ma l’anno non è ancora finito.
Poveri noi.
“E’ pura demagogia, sono solo strumentalizzazioni” quelle delle destra sul caso Telecom. Così il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, alla Camera dei Deputati. “Non sono stato messo a conoscenza da parte di Tronchetti Provera del piano di riassetto della Telecom. E non sapevo nulla nemmeno del dossier di Rovati, le cui dimissioni, comunque, gli rendono onore e hanno fugato ogni dubbio”. Bolla infine come “infamanti” le accuse lanciate dalla Cdl su Telekom Serbia.”Non sono dirigista,per me sarebbe come sconfessare parte della mia storia professionale”. Il Presidente del Consiglio ricorda poi l’importanza del ruolo svolto dalle telecomunicazioni,la libertà di mercato e la necessità di riformare il capitalismo italiano e di fare chiarezza sulle intercettazioni illegali. Fin qui la cronaca. Ma a cosa è servito l’intervento di Prodi?
Sono in molti a chiederselo. Per Fini “gli italiani sono stati ingannati dal Presidente del Consiglio, che non ha fugato alcun dubbio circa la veridicità delle sue affermazioni. Non è credibile quando asserisce di non sapere.” “Quando il Presidente del Consiglio parla in Parlamento deve dire la verità. Ecco perché lei non può più governare con dignità” chiosa Giulio Tremonti.
Neppure Pierferdinando Casini è tenero con Prodi: “Non vogliamo assistere ad interessanti racconti di favole”. L’ex Presidente del Consiglio Berlusconi è amareggiato:“Sono senza parole perché non c’è stato nessun chiarimento né di fronte alla maggioranza, né all’opposizione, né al Paese”. Molti italiani aspettavano le dichiarazioni di Romano Prodi e di certo le uscite del capo del Governo hanno scontentato parecchi. Il Presidente del Consiglio si è sottratto del tutto nel dare qualche spiegazione, non ha fugato alcun dubbio, anzi, se possibile, ne ha aggiunti di nuovi. Ha cercato di eludere il problema parlando d’altro, del capitalismo da rifondare ed altre amenità similiori. Ha mostrato nervosismo, tanto nervosismo.
Lo si è visto quando, interrotto dagli applausi ironici dell’opposizione, ha insistito nel ripetere sempre la stessa frase. Sembra un pover’uomo sull’orlo di una crisi d’isterismo. Del resto lo capiamo. Non deve essere facile barcamenarsi tra una difesa (di se stesso) impossibile e il varo sempre più convulso della Finanziaria. La manovra economica ha scatenato un vero e proprio fuoco di sbarramento da parte degli alleati più riottosi della coalizione (sinistra radicale, Udeur, Idv e Rnp) e appare come una sorta di mannaia sul ceto medio, che verrà sottoposto a pesanti salassi tributari per tutti i redditi superiori ai 3800 euro mensili. Per non parlare dei consistenti tagli a scuola e sanità e quindi agli enti locali, costretti, loro malgrado, ad alzare la voce. Mentre la Confindustria si lamenta per la probabile assenza del taglio al 5% del cuneo fiscale.
L’Italia si è così trovata a vivere la settimana più dura del 2006, passata allegramente tra le balle pronunciate sottovoce dal suo Primo Ministro e le maxi tassazioni promesse dalla Finanziaria. Ma l’anno non è ancora finito.
Poveri noi.
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